Puntuale come un iPad4 oggi arriva uno dei soliti post struggenti e lamentosi che mi vengono fuori quando mi trovo a Tokyo. Quelli che mi vengono quando sto qui e il cuore mi si stringe come una prugna secca al solo pensiero di dovermene andare.
Il problema e’ che qui e’ tutto cosi’ perfetto. Tutto e’ cosi’ pieno di vita. Le tipe sembrano modelle, camminare per la strada e’ un piacere. I ristoranti sono eccellenti. I miei amici sono fantastici. E poi l’organizzazione, la pulizia, il silenzio nella Metropoli, la compostezza, lo stare in fila, la societa’ che e’ tuttiperuno, unopertutti. Oggi stavo in taxi fermo al semaforo, e nella corsia a fianco c’era un camion della spazzatura, pulito e splendente che sembrava nuovo di concessionario. Come se esistesse un concessionario dei camion della spazzatura, poi.
L’unica cosa che mi salva, lo ammetto, e’ sapere che da oggi in poi verro’ qui una volta al mese. Fino a quando durera’ questo non lo so, ma intanto mi consolo.
Continuo ad essere certo (certissimo!) che la scelta che ho fatto (azienda occidentale in Australia, e ora Hong Kong) sia stata quella giusta. Eppure tornare qui mi ricorda che questo e’ il posto dove avrei voluto stare. Amo il lavoro che faccio e sono felice delle soddisfazioni che mi sta dando la mia carriera in evoluzione… ma se la cosa fosse successa qui sarebbe stata tutta un’altra cosa.
E questo sentimento- come scrisse Catullo – mi fa soffrire terribilmente.