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Odiavo i velisti

Creato il 22 agosto 2014 da Fedetronconi

“Il mare fa sentire la sua voce ed é per me un richiamo irresistibile.

Ce l’ho dentro, non posso farne a meno.

E quando, per qualche ragione, mi allontano,

devo per forza fermarmi e ritornare nel mio elemento.

Come i delfini. Forse mi é rimasta l’idea di quel pescione che ti ha portato…

del racconto di mia mamma.”

 

Cino Ricci classe ’34, grande velista italiano, si racconta a Fabio Pozzo giornalista e scrittore, neanche lui estraneo al mare ed alla navigazione a vela. Se vi piace l’ avventura queste pagine sono per voi. Pagine come frammenti di vita, ricche di sfumature e tinte pastello, di profumi e sapori salmastri.La storia di una grande passione. E di un grande uomo.

 

Odiavo i velisti

 

Cino Ricci e la sua vita di bambino durante la guerra. Cino Ricci cresciuto sul mare…nel porto della sua Forlì, assieme ai pescatori, una seconda famiglia, grazie ai quali impara a conoscere il mare ed il meteo. Il tempo buono e quello avverso. Un uomo che si è sempre dedicato allo sport e ad attività all’aperto ma che considerava la vela come qualcosa di diverso e lontano da sé. Un’attività da cittadini e borghesi che non sentiva affine al suo stile di vita. L’approccio velico dei Glenans, in Bretagna, riesce a scuoterlo e a fargli cambiare idea. Una vera rivelazione per Ricci che ritrova, in quel modo di vivere il mare, tutto quello che aveva appreso e sperimentato nella sua Romagna. La vela francese diventa la “sua” vela. Comincia a navigare. Torna in Italia e partecipa alle prime regate, familiarizza con i meccanismi delle competizioni con i regolamenti. Siamo quasi alla fine degli anni ’70 quando finalmente il velista che abbiamo imparato a conoscere prende coscienza di sé. Eccolo finalmente Cino Ricci il velista. Non comune. Ruvido, semplice, marinaro. Iniziano gli anni delle gare, delle emozioni, delle conoscenze, di incontri e anche delle prime delusioni. Tutto necessario alla sua formazione. La crescita di professionalità e di esperienza segue di pari passo quella della sua fama. E quando di fronte al Presidente Agnelli l’idea di una barca italiana alla Coppa America prende forma, Ricci assapora quel momento unico, indimenticabile, quel momento che rende tutto più vulnerabile ma anche…possibile! Si butta a capofitto in quest’impresa dando, come sempre, il meglio di sé. Pensa alla barca e pensa ai suoi uomini. Strepitoso capitano che con quella sua innata capacità di capire gli altri, esercita il vero potere da leader. Ed ecco, Azzurra vive… Inseguire un sogno comporta una grande responsabilità e una continua lotta con se stessi. Impossibile rimanere indifferenti a quest’uomo che fa il suo lavoro con dedizione, precisione e ironia e quando serve anche con un sorriso sulle labbra.

Questo libro non è solo la storia di Azzurra, dei suoi successi e delle sue disfatte, che pure hanno proiettato moltissimi di noi italiani in quel fantastico mondo della vela; questo libro non é solo la storia di uomini, famosi e meno famosi, le cui vite si sono incontrate e scontrate in modo a volte ovvio e a volte confuso; questo libro é soprattutto la storia di un uomo con un grande naturale amore per il mare e per le sfide. E’ stato facile immergersi in quell’atmosfera, tutto é passato attraverso i miei occhi ma in un modo che stavo prendendo in prestito da un velista. Si può essere velisti anche senza gareggiare, anche senza trofei. Sei velista quando sali sulla barca, spegni il motore, regoli le vele e vai, affidandoti al vento, godendo dell’orizzonte. Come non amare tutto questo… Il mondo è pieno di uomini che amano il mare, queste pagine raccontano di un uomo che il mare ce l’ha dentro! Leggete questo libro, porta con sé un universo di comunanze, di affetti, di nostalgie. Leggetelo e sentirete quello stesso universo esplodervi dentro, a quel punto…lasciate solo che vi travolga!

 

Recensione a cura di ELENA LUCENTE

Odiavo i velisti

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