Non mi piace usare le parole degli altri, in genere uso le mie. Coloro che fanno gli intelligenti sugli aforismi degli altri, puzzano. Indossano camiche dal profumo di marsiglia, biancospino e fiori profumati che appassiscono al minimo contatto con la pelle, inodore anche lei. Hanno orecchie a tamburo, capelli sottili e mani irregolabili. Non si sanno gestire, e si appoggiano agli aforismi. In questo modo si sentono compiuti, parte del mondo anche loro.
La recensione di Odio gli indifferenti è l’aforisma più accattivante del secolo che non ho ancora sentito da questi falsari di aforismi e che intendo proporre e dedicare a chi per un attimo si è sentito addosso una camicia profumata, due orecchie a tamburo, capelli sottili e mani irregolabili:
“Quando discuti con un avversario prova a metterti nei suoi panni, lo comprenderai meglio… Ho seguito questo consiglio ma i panni dei miei avversari erano così sudici che ho concluso: è meglio essere ingiusto qualche volta che provare di nuovo questo schifo che fa svenire.”