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Odissea fuori orario nell'inferno di Soho

Creato il 12 maggio 2010 da Pianosequenza

Odissea fuori orario nell'inferno di Soho

Fuori orario
(After Hours)
Martin Scorsese, 1985 (USA), 97'
Paul Hackett (Griffin Dunne), computer geek ante litteram, impiegato senza stimoli né interessi, arriva al termine della ennesima giornata di lavoro in ufficio. Ad aspettarlo seduta nella sua tavola calda di fiducia c'è però un'attraente biondina (Rosanna Arquette) che legge Il Tropico del Cancro e inaspettatamente lo abborda, parlandogli delle bizzarre sculture che la sua coinquilina crea e vende. Tornato a casa, annoiato e depresso, Paul si decide a tentare la fortuna in quella serata, andando a far visita proprio alla strana ragazza che aveva incontrato qualche minuto prima. Da quel momento in poi inizia la sua discesa negli inferi di Soho, dove sarà preso di mira da ognuno degli stereotipi newyorkesi disponibili: partendo dal taxista scorbutico sino ad arrivare ad una improbabile ronda di quartiere, passando per artisti bizzarri, suicidi, fughe, furti e aggressioni di ogni genere – rischia persino di essere rapato a zero da un gruppo di punk. La mattina seguente, nonostante tutto, riuscirà ad arrivare puntuale in ufficio. La tanto odiata routine adesso sembra incredibilmente affascinante.
Martin Scorsese torna a raccontarci la sua New York, che a momenti sembra presa da qualcuno dei celeberrimi gironi danteschi. Manca però la violenza brutale di Mean Streets e Taxi Driver, o l'escalation psichedelica di Al di là della vita, perché in Fuori orario a prevalere è la vena ironica, l'esagerazione, il curatissimo crescendo. Nessuno potrebbe aspettarsi che l'innocua banconota persa dal protagonista durante il rocambolesco viaggio in taxi, intrapreso per raggiungere la ragazza appena conosciuta, possa rappresentare il prologo di un vero e proprio incubo; Paul è solo, in un quartiere sconosciuto, senza punti di riferimento né un modo per tornare indietro prima dell'alba. Così è costretto a trovare di volta in volta rifugio (prima in un pub, poi nell'appartamento di una cameriera ninfomane, quindi in un improbabile locale) per sfuggire alla folla sempre più numerosa di persone che per qualche motivo ce l'hanno con lui, credendolo un pericoloso delinquente. Scorsese riesce a parodiare con maestria l'atmosfera dei suoi film precedenti, grazie all'aiuto della valida sceneggiatura di Joseph Minion e della credibile fotografia firmata Michael Ballaus, che contribuisce a condurre lo spettatore attraverso le deliranti avventure del povero Paul, vittima della sua impacciata voglia di sconfiggere la noia. Attingendo qualcosa da Buñuel e qualche altra persino da Hitchcock, Fuori orario (film poco conosciuto e a budget ridotto ma non per questo “minore”) si dimostra una godibile black comedy che grazie al suo ritmo serratissimo e alla mano capace di Scorsese riesce ancora a conquistare, vent'anni dopo l'uscita nelle sale.

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