E’ di questi giorni la notizia di una nuova scoperta americana nel mondo del sesso. L’impatto emotivo di questa notizia è forte se pensiamo alle rappresentazioni sociali che le persone hanno di questo aspetto della vita umana e di come si raccontano la sessualità. Per raggiungere l’estasi basta pigiare un bottone, e il gioco è fatto. Un orgasmo a portata di mano, così tante testate scrivono, anche se mi piace più parlare di un “riflesso spinale a portata di mano“. Certamente questa scoperta è stata anticipata dall'immaginario collettivo di donne e uomini, che, negli anni, presi dallo sconforto per una problematica sessuale legata all'orgasmo femminile, hanno spesso fantasticato sulla possibilità di ottenerlo attraverso un bottone. Perché spesso l’orgasmo diventa un’ossessione, e le persone cadono in un gioco perverso dove quel “click fisiologico” sancisce la normalità e appiana problematiche individuali e relazionali che vengono vissute come seccatura. Sicuramente ci possono essere delle donne, che per motivi medici non possono accedere a questo aspetto della vita sessuale, e sicuramente anche la possibilità di avere un dispositivo grande quanto un pacchetto di sigarette, i cui elettrodi vengono impiantali a livello spinale e controllati tramite telecomando, può essere una possibilità di accedere alla sessualità, ma più in generale può rappresentare dei percorsi di cura e la libertà di scegliere in che modo intervenire sul proprio problema. Certamente se oggi questo dispositivo esiste, e già una casa di produzione è disposta ad investire per metterla in commercio, non significa che tutte le donne lo eviteranno.
Ma immagino anche quelle donne che non soffrono di problematiche mediche. Questo è vero anche per tantissimi uomini. Nell'ambito delle disfunzioni sessuali, pensiamo alla disfunzione erettile o eiaculazione precoce sono in tanti coloro che scelgono di intervenire farmacologicamente piuttosto che in maniera combinata. I farmaci sono talmente usati che negli angoli delle strade molte volte troviamo le confezioni vuote, buttate forse da uomini che segretamente lo usano senza che la loro partner lo sappia. Perchè oggi non si parla di sessualità, si parla sempre di prestazione. I piselli diventano delle sciabole, e gli uomini non accettano di ascoltare sé stessi e i messaggi del loro corpo. Ovviamente parlo dei casi di disfunzione sessuale su base psicologica e relazionale. Troppo spesso anche gli uomini fantasticano di avere un bottone per il loro pene, e spesso lo ottengono con la prescrizione di un farmaco, anche dal medico di base, e i più inibiti anche su internet, per poi risprofondare quando lo interrompono. Ognuno sceglie la propria modalità, ma è anche vero che questo crea sfiducia in se stessi e una totale dipendenza dal farmaco. Paradossale se si pensa che il farmaco viene spesso prescritto per “dare un po’ di fiducia in sè stessi“.
Stuart Meloy, chirurgo della Concordia University di Montreal creatore dello strumento, spiega: “Alcune donne confondono ciò che è chiamata eccitazione del sistema simpatico – come l’aumento del battito cardiaco, le mani sudate, eccetera – con la paura”.
Lo studioso assicura che verrà utilizzata nei casi più gravi e la chiama macchina salva-sesso.
La realtà è quella illustrata nell’immagine, ovvero un vero e proprio intervento chirurgico, che attraverso l’installazione di un dispositivo telecomandato stimola con degli elettrodi le terminazioni nervose coinvolte nel piacere sessuale. Tutto questo potrebbe eliminare tutti quei casi di assenza di orgasmo nella donna. In effetti, la fase di orgasmo di una donna, da un punto di vista fisiopatologico è un riflesso genitale che è determinato da alcuni centri nervosi del midollo spinale.
Da un punto di vista della mia esperienza clinica in ambito sessuologico mi sono chiesto che tipo di impatto potrebbe avere questa notizia sulle donne che soffrono di questo disagio, ma anche sugli uomini che vivono nella coppia questa disfunzione sessuale. La difficoltà orgasmica, quando non è presente da sempre nella vita della donna, e quando non è dovuta a cause mediche, riguarda circa il 20% delle donne, di diverse età, anche giovanissime. Spesso si tratta di una problematica legata alla relazione di coppia, così come è vero che la risoluzione di queste problematiche consente alla donna di comprendere meglio la natura del “blocco”, come spesso le donne lo chiamano. E’ molto frequente nelle coppie attribuire la responsabilità delle difficoltà relazionali alla mancanza di orgasmo alla donna, e questo succede sopratutto in presenza di partner che mettono poco in discussione se stessi, che sono ancorati alle proprie certezze ormai granitiche e che spesso “spediscono” da sole le loro partner dal sessuologo, si per farle riparare. Sono uomini che regolano la loro sessualità sulla base del funzionamento del loro pene. Pertanto, se il pene è turgido, “funziona“, ovvero può penetrare. In questo senso molti uomini non comprendono, narcisisticamente, come mai le loro partner non provino l’orgasmo (se tutto per loro in realtà non è un problema e non va bene).
Troppo spesso le persone parlano di sessualità dall’ombelico in giù. Infatti molti parlano di “sesso”. Sessualità è già un termine che da troppo fastidio.
Spesso invece ci sono uomini che vivono la difficoltà orgasmica della partner come causata dalla loro incapacità, e anche in questi casi si presenta lo scenario di una richiesta quasi magica al sessuologo, ovvero quello di addestrarli a premere quel bottone magico che liberebbe orgasmi intensi e possibilmente multipli. Questo renderebbe loro “autostima“, una parola di cui la gente ormai stra-abusa. Spesso tutto questo succede in coppie che hanno delle difficoltà relazionali, dove la problematica sessuale è il capolinea. Non a caso spesso le donne di queste coppie, se provano a masturbarsi da sole, raggiungono l’orgasmo.
Trovare il “bottone giusto” è sicuramente frutto di un retaggio culturale, legato all’immaginario sessuale, ma è interessante notare come questo gap in realtà sia stato presente anche agli inizi delle prime speculazioni in sessuologia clinica. E’ stata una studiosa di nome Kaplan nel 1974 a ribadire l’importanza del clitoride nell’orgasmo femminile, descrivendo la sua importanza nella stimolazione diretta o indiretta nella produzione del riflesso orgasmico.
E’ come uno starnuto piacevole. Questo spesso dico alle pazienti che si rivolgono a me per questa problematica. In questo senso uomini e donne, da un punto di vista sessuale sono molto simili. Anche per gli uomini è uno starnuto piacevole ed è un riflesso. E’ anche vero che in accordo con studi più recenti sicuramente è importante riconoscere quanto altre componenti siano importanti, tra queste la fiducia, l’intimità con il partner, la vulnerabilità, ilrispetto, la comunicazione, l’affetto e non solamente aspetti legati agli stimoli prettamente sessuali e di attrazione.
Le donne raggiungono l’orgasmo con diverse modalità, e in questo senso è superata la questione orgasmo clitorideo o orgasmo vaginale. Ricordo che per tanto tempo sopratutto gli psicoanalisti, specie freudiani, avevano individuato un indice di immaturità nella donna che provava la prima tipologia, quello clitorideo. Niente di più falso, per un semplice motivo, perché è una questione psico-somatica, e non solo psicologica. In questo senso la sessuologia clinica è una specializzazione che si inserisce a confine tra la psicologia e la psicoterapia e le specializzazioni mediche.
Esistono tanti indici di orgasmo femminile che si dispongono in un continuum clitorideo-vaginale. Questo significa che il clitoride è sicuramente un centro propulsore, e che la capacità della donna di estendere questo piacere e di accoglierlo anche in vagina e così amplificare il suo piacere è una questione del tutto personale e diversa da donna a donna. Spesso legata anche all’esperienza e alla capacità di abbandonarsi al piacere. Ma come sappiamo bene, una donna non è una macchina e nell’orgasmo entrano in gioco tanti aspetti emotivi e relazionali. In questo senso, sia uomini che donne possono provare l’esperienza di orgasmi vuoti, ovvero tutte quelle manifestazioni orgasmiche che sono semplicemente l’esito del riflesso fisiologico. Davanti a minima inibizione e costanza di stimolazione è possibile raggiungerlo. Ma certamente, senza fantasie erotiche, senza stimoli sensoriali di altro tipo, senza componenti affettive e relazionali probabilmente possiamo parlare di esperienze legate ad un riflesso.
L’orgasmo è una scarica che la mente riempie di contenuti.
Ora pensare ad un bottone che produce l’orgasmo sembra un po’ una versione di Frankestein al femminile. Questo sopratutto per le dichiarazioni dell’ideatore, che parla della difficoltà della donna a riconoscere le proprie sensazioni legate al piacere da quelle legate alla paura. Tutto vero. Certe donne chiamano “orgasmo” altre sensazioni che provano. Ma è necessario un bottone da inserire con un intervento chirurgico?
Nel 20% dei casi descritti si è riscontrato che questa disfunzione del ciclo di risposta sessuale femminile è certamente affrontabile con una buona psicoterapia in integrazione a terapia sessuale. E’ molto vero che una buona prassi clinica vuole che il sessuologo non intervenga o ammetta la sua impotenza nei casi in cui il disagio sessuale è causato da patologie organiche.
In generale un buon inquadramento del caso clinico prevede sempre un invio ad uno specialista di area medica per escludere patologie organiche che possano interferire con il ciclo di risposta sessuale. Tra questi anche l’eventuale assunzione di farmaci. Solo dopo aver escluso questo è possibile parlare di una disfunzione sessuale su base psicogena e intervenire quindi con una psicoterapia e terapia sessuale.
Pertanto, lavorando anche come sessuologo sento la responsabilità di favorire un adeguato passaggio di questa informazione, ovvero, quella di considerarla come un percorso di cura per quelle donne che ne dovessero fare richiesta a seguito di un’impossibilità a procedere con una psicoterapia e come possibilità terapeutica a seguito di reali problematiche organiche.
Per le donne che appartengono a quel 20% dei casi di difficoltà orgasmica è molto importante che si inizi a riflettere sul continuum clitorideo-vaginale che può connotare la propria risposta sessuale, e che così come gli uomini, si possono provare orgasmi diversi che possono essere favoriti da diversi fattori. Spesso la visione della sessualità è prettamente genitale, e i rapporti sessuali vengono vissuti come un dialogo tra pene e vagina, e non un momento di contatto tra due individui e tutto quello che portano tra di loro e della loro relazione a letto.Diversi studi hanno messo in evidenza come la soddisfazione e la stabilità coniugale e relazionale siano dei buoni predittori dell’intensità, qualità e della soddisfazione dell’esperienza dell’orgasmo.
Pertanto, l’utilizzo di un intervento chirurgico, non assumendo la sessualità un significato univoco per tutti, studiosi inclusi, può essere identificata come una possibilità per le donne che ne fanno richiesta e che per motivi gravi non possono accedere ad un’altra possibilità di cura. Per tutte le altre, esistono certamente altre vie percorribili.
Potrebbero interessarti anche :