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Odissea Zombie - Intervista con Francesco Spagnuolo

Creato il 01 aprile 2011 da Alessandro Manzetti @amanzetti
Odissea Zombie - Intervista con Francesco Spagnuolo
Odissea Zombie è la nuova collana horror presentata da Delos Books. Parliamo di questo progetto e delle nuove tendenze della narrativa horror con Francesco Spagnuolo, co-curatore di Odissea Zombie e curatore di H-L'almanacco di Horror Magazine.
[Alessandro Manzetti] Quali sono le logiche e gli obiettivi della nuova collana Odissea Zombie di Delos Books?
[Francesco Spagnuolo] Le logiche dipendono sempre dal particolare momento in cui si sceglie un libro e si vive la situazione, mentre l’obiettivo resta lo stesso: trovare storie universali che appassionino una gran varietà di lettori. Siamo convinti che gli zombie siano il nuovo trend e a noi spetta il compito di trovare plot esplosivi per gli amanti della lettura che ci hanno seguito in questi anni. Attenzione però: gli Zombie di oggi si trascinano lungo nuove correnti letterarie e non è stato facile capire dove mettere il punto. Diciamo che, in Delos Books, dopo aver pensato a diverse strade, abbiamo preferito puntare su storie di “vita quotidiana al tempo degli zombie” (quasi alla Walking Dead) adatti sia a un pubblico maschile sia femminile. Nello specifico di Rot&Ruin, la storia è davvero per tutti, nonostante sia una YA. Un romanzo di formazione delizioso (che evolverà col passare dei volumi), mentre per The First Days si tratta di qualcosa di più hard con due protagoniste femminili. La logica, adesso, è di seguire questa corrente che, secondo noi, è emotivamente più valida e longeva di altre e più vicina ai gusti dei nostri frequentatori abituali. E’ chiaro che poi cercheremo anche di diversificare all’interno di questa matrice, ma questo dipenderà da tanti fattori che non sto qui a elencarti. Il problema semmai, che si può frapporre ai nostri obiettivi, è una sorta di effetto alone che nasce dalla filmografia horror splatter che paralizza le lettrici e che invece sono molto più coinvolte in questo filone di quanto possano pensare. Ciò che chiediamo ai lettori, maschi e femmine, è di accostarsi a questi romanzi senza pregiudizi. In Odissea Zombie c’è avventura, amicizia, sopravvivenza, sesso, rabbia, sangue e amore; non solo zombie cattivo VS. umano buono. C’è molta profondità in entrambi i romanzi.
Odissea Zombie - Intervista con Francesco Spagnuolo
[AM] Entrando nel dettaglio dei primi due titoli della collana, Jonathan Maberry (Rot&Ruin) è un autore molto noto nell'ambiente horror (e non solo), mentre Rhiannon Frater (The First Days) partendo dalla auto-pubblicazione è esplosa recentemente sul mercato con le zombie stories di As the World Dies. Quali criteri avete adottato per la selezione dei titoli e degli autori? Puoi offrirci qualche altra anticipazione?
[FS] Il criterio ha seguito un’analisi delle storie e dei filoni presenti, passati e nascenti. Alcuni filoni zombie non sembrano attecchire in Italia, nonostante il successo in altri paesi, o comunque non mi pare che abbiano attirato chissà quanti lettori. Intendiamoci: non è che a noi piacciono solo certe storie, ma i fattori in gioco sono tanti e bisogna sempre tenerli al guinzaglio. Una casa editrice è un’impresa non un parco giochi. Se sbagli, l’errore si tramuta in perdita economica. Quindi? Si è puntato, per cominciare, a un rinfresco creativo, cercando di invitare solo plot avvincenti, capaci di ripensare il genere in maniera frizzante, con personaggi accattivanti ma sempre… tenendo d’occhio il target di riferimento. In queste prime battute il target è sia maschile sia femminile. In Rot&Ruin abbiamo creduto nella storia e nella longevità del romanzo che da poco si è trasformato in una quadrilogia. Io ho avuto modo di leggere le idee di Maberry in merito al 3° e al 4° volume della serie e mi sono appassionato. Il primo libro lo abbiamo acquistato quando non aveva vinto nessun premio. Ora ne ha conquistati 9 ed è in lizza al Bram Stoker Award, ed è l’unico Young Adult. Qualcosa vorrà dire. Per la Frater non si può ancora fare lo stesso discorso. La storia è diversa. Ha vinto dei premi, ma il fatto di essere un ex-autopubblicata l’ha lasciata fuori da certi ambienti. Ora che è nel giro tradizionale (uscirà tra pochi mesi negli U.S.A.) vedremo che cosa raccoglierà. Non dimentichiamoci che ha vinto 2 Dead Letter Award da outsider dell’editoria, ed è stata accolta bene anche da certi magazine web che trattano l’horror più puro. Il talento non le manca. La sua novella è certamente più adult, forse più tradizionale, ma sempre nel solco dei sopravvissuti. Spero che i lettori abbiano modo di apprezzarla. Da qui in poi sapremo chi è il nostro pubblico di riferimento (prevalentemente maschile, femminile o entrambe le cose) e come muoverci. Per ora, quindi, si è puntato a storie interessanti, scegliendo tra quelle che per noi sono le migliori. Purtroppo non posso dirti chi stiamo seguendo. Però il monitoraggio è costante, credimi. Ma tutto dipenderà da questi primi due titoli. Soltanto dopo sapremo con più sicurezza cosa vogliono i lettori.
[AM] In Odissea Zombie saranno inseriti anche autori italiani? Ci sono nuovi autori e opere di genere che possiedono le giuste caratteristiche?
[FS] Con Franco Forte abbiamo valutato due opere di un autore italiano che lavora in Tv. Una l’abbiamo dovuta scartare per cause di forza maggiore. La seconda, invece, uscirà nei primi mesi del 2012, ed è un Mush-Up, cioè quelle storie che si rifanno a classici del passato (in questo caso opere italiane) con l’introduzione di zombie nella trama. Posso dirti che è un’idea molto divertente. Autori di genere bravi per me ci sono in Italia, ma a parte questo mush up, per il momento non sono previsti altri autori. Però, se capitasse la nuova Amanda Hocking degli Zombie o una mega idea sbalorditiva di sicuro non mi volterei dall’altra parte, anche se di solito passa tutto per le mani di Franco che poi mi chiede un parere.
Odissea Zombie - Intervista con Francesco Spagnuolo
[AM] Quale è la squadra che lavora dietro le quinte di questo nuovo progetto?
[FS] Io e Franco Forte, più le due attuali traduttrici: Germana Maciocci (The First Days) e Delia Mazzocchi (Rot&Ruin). Più avanti vedremo se aumentare i collaboratori e creare una rete ad hoc. Anche qui: tutto dipenderà dalle vendite e dalle intenzioni dell’editore.
[AM] Parlando delle nuove tendenze e degli scenari della narrativa horror, oltre al successo di specifici temi e sottogeneri, assistiamo alla fusione e interscambio tra horror e crime story, autori thriller che utilizzano sempre più elementi fantastici per sviluppare le proprie storie, autori horror che prendono a prestito classici plot polizieschi. Vediamo i casi di John Connolly, Tom Piccirilli o Dean Koontz. Cosa pensi di queste nuove tendenze e quali altre caratteristiche stai ravvisando?
[FS] Mah, il genere si evolve sempre e non ci trovo nulla di male. La ricerca di stile, di contenuti, di nuove strutture può solo fare bene sia alla letteratura sia al cinema, così come anche alla Tv seriale. La compenetrazione di formule è una cosa che andrebbe incoraggiata sempre a mio avviso. Certo, il “classico” non deve scomparire però, ma essere una pietanza da tenere sempre in considerazione. Io, per esempio, con H-L’almanacco di Horror Magazine, incoraggio a pensare l’horror-sovrannaturale in ogni sua accezione: dalle illustrazioni ai fumetti; dal cinema agli articoli sui classici autori del passato; dai racconti agli articoli sui misteri. La creatività alla fine, anche senza commistione di generi, trae linfa dalle esperienze di vita e ciò contribuisce sempre a rendere particolare una storia, anche se “classica”.
[AM] Secondo te il cinema horror sta percorrendo una strada parallella ai nuovi scenari della narrativa o segue suoi autonomi e caratteristici percorsi?
[FS] La risposta non è semplice. Il cinema in generale ha sempre attinto da qualcosa, soprattutto dalla letteratura. Per quanto riguarda l’horror puro, oggi, a parte i soliti remake inutili, mi sembra che si stia puntando su concept vecchi o utilizzando modalità testate come l’utilizzo della telecamera in spalla. Quindi non mi pare ci sia una strada così smaccatamente simile alla narrativa horror tout court, se non un percorso interno alla cinematografia stessa. E poi, va bene, ogni tanto qualcuno riadatta i vecchi classici. Dario Argento, per esempio, sta lavorando sul Dracula di Bram Stoker. In futuro le cose potrebbero cambiare però, chi lo sa? Per altri generi invece il discorso è diverso. Pensiamo ai nuovi Urban Fantasy miscelati alle fiabe (Beastly-La Bella e la Bestia; Red Riding Hood-Cappuccetto rosso; e così via…). L’Urban Fantasy attrae parecchi lettori, ed è normale che Hollywood ne segua le gesta. Oggi un certo interesse lo sto notando anche sugli zombie…
[AM] Dovendo usare solo un aggettivo, quale sceglieresti per definire la narrativa di Jonathan Maberry, John Passarella, Brian Keene e Peter Straub?
[FS] Maestoso (Maberry), Agghiacciante (Straub), Fantastico (Keene), e Passarella è in attesa di valutazione. La sua trilogia è da secoli nel carrello della spesa…
grazie a Francesco Spagnuolo, per gli appassionati di zombie stories l'appuntamento è a giugno con il primo titolo di Odissea Zombie, "Rot&Ruin" di Jonathan Maberry.

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