Si parte da due o tre amici e si apre un luogo d’incontro per fare il punto su Cremona, su quel che funzione e quel che non va, giusto per iniziare a creare un ‘archivio delle esigenze’ che poi servire a mettere in chiaro i primi punti del programma per il mondo giovanile. Non è solo un viaggio verso la campagna elettorale: è un metodo nuovo, un modo più aperto di parlare con i cremonesi, spiega Luca Burgazzi. Il Pd ha bisogno di cambiare e poi restare vivo e più brillante. Il nome Officina fa subito pensare a Crema, e infatti l’esperienza trainante è quella, per quanto a Cremona i muri di gomma siano particolarmente spessi, anche nel mondo giovanile, fra associazioni, gruppi e singoli che non si parlano granché.
“Non può bastare fare politica con un’alternanza di dichiarazioni, cominciamo semmai a misurarci con la realtà, apriamo la porta, usciamo, iniziamo a parlare di quello che interessa più da vicino i giovani: il lavoro, la cultura ecc.” spiega Luca Burgazzi. Con lui Matteo Gatti, Michele Fogliazza nel gruppo iniziale che vuole dare un primo slancio. “Cremona non è Crema, non ha la stessa vivacità, noi però vogliamo il Pd che sognamo, aperto alla città e così prepariamo i primi incontri informali”. E’ stata creata una pagina facebook, si prendono i primi contatti.
Da un lato i cremonesi divorati dalla crisi economica, dall’altro un centrosinistra che vuole dar la parola, farsi strumento, veicolo, luogo d’incontro senza programmi preconfezionati. “Vogliamo costruire insieme a chi sta fuori dal partito alcune di idee di programma, per iniziare. E non solo per la campagna elettorale: il partito deve rinnovarsi e non restare chiuso in uno stanza. E vediamo che il Pd di Cremona fa fatica a uscire e incontrare i cittadini. Ma noi vogliamo parlare di cose strettamente legate alla realtà, ascoltare, capire, proporre”. Un po’ di aria pura, una ventata di voglia di fare che non può che iniziare dal basso a rigenerare il sistema. Da basso e restano a contatto con i cremonesi, evitando vecchi errori.
Facile, d’accordo, parlare di Crema come un modello e di Stefania Bonaldi, la classica cittadina fra i tanti che si fa espressione degli altri e si tiene in continua comunicazione con loro. Cremona ha il suo stile, il suo famoso ritmo blando, il suo modo di fare calmo e prudente, che prima o poi fa anche arrabbiare chi vuole respirare aria nuova. O no? La voglia di cambiare delle giovani generazioni ha molti motivi quindi per prendere a solenni mazzate consuetudini consolidate e rilevatesi del tutto improduttive e sbagliate. Il fallimento del centrosinistra del 2009 fu fragoroso, per non parlare del caos dell’amministrazione Perri e della valanga di tasse del sindaco. Anni da analizzare, ma che non fanno onore a Cremona.
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