Magazine Opinioni

Oggetti

Da Loredana V. @lorysmart

Ormai non siamo più persone. La globalizzazione ci ha trasformato in produttori e/o consumatori.
Per essere identificati non servono più nome e cognome, ma codici. Per nascere non sono più sufficienti mamma e papà,  ma si può ordinare un figlio su commissione.
I bambini in particolar modo sono considerati oggetti.
Sfruttati nel terzo mondo come produttori a basso costo. Bambini sfruttati pure sessualmente per le voglie di schifosi pedofili.
Bambini “ordinati” su appositi cataloghi corredati da relativi prezzi per l’egoismo di quelle coppie (omo o etero non fa differenza) che non possono avere figli.

catalogo

Bambini abbandonati nei brefotrofi che per ogni assistito percepiscono notevoli somme e quindi non dati in adozione a coppie che invece li vorrebbero.
Bambini che, regolarmente adottati, stanno con una coppia di coniugi per ben tre anni e che un magistrato troppo ligio alla legge ma incurante del benessere del bimbo, lo toglie loro per darlo in affido ad uno zio naturale.
E poi ci sono le donne.
Inutile parlare della prostituzione: c’è da millenni e chissà quando si riuscirà ad eliminarla. Credo mai, perché pure questa soggiace ad una legge di mercato: c’è la domanda? eccoti l’offerta.
Ora c’è un altro tipo di mercimonio: la maternità surrogata.  Un pasticcio genetico che non ha uguali.  Lo spermatozoo di un donatore,  l’ovulo di una donatrice e il ventre di una terza donna che fa da incubatrice. Allucinante. Davvero peggio degli esperimenti fatti dai nazisti. Per contrastare questo obbrobrio ci sarebbe l’articolo 12 della legge 40 del 2004, comma 6 che così recita: Chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità, è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da seicentomila a un milione di euro.

Sicuri che sia proprio così? Perché in tale caso, Nichi Vendola ed il suo compagno dovrebbero pagare una sanzione salatissima non appena poggiano piede sul suolo italico con il baby “commissionato” in America. Invece no. Proprio in questi giorni un giudice ha permesso l’adozione incrociata a due lesbiche basandosi sulla legge 184 sull’affido e le adozioni del 1983. Quindi anche il nostro parlamentare, che per diventare genitore (parola assolutamente inadatta a lui in quanto non ha generato proprio nulla) ha sborsato ben 135mila euro, potrà avvalersi di quella legge. Proprio lui che, in occasione di un lontano 8 marzo, si esprimeva così:

https://www.facebook.com/1114964335189072/videos/1130328123652693/

Già, prostituirsi è mercimonio, pagare una donna che faccia da incubatrice invece no. Questa purtroppo è l’Italia. Non aggiungo altro.


Archiviato in:così la penso io, Notizie e politica Tagged: adozioni, bambini, donne, maternità surrogata, oggetti, persone

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog