Magazine Diario personale

Oggi e così, e poi?

Da Arthur

Manichini

Evvai, mi verrebbe da dire, ormai grazie a certa politica, per fortuna non tutta, siamo alla celebrazione e alla legittimazione dell’insulto, chiunque sia dall’atra parte della barricata merita le più bieche improprie, fa nulla se nel farlo si tirano in ballo persone o storie che non c’entrano nulla.

Ma non è con meraviglia che lo dico, anzi, era inevitabile che il famoso metodo Boffo facesse scuola, l’unica cosa che in qualche modo mi torna scomoda, così giusto per usare un eufemismo, è il fatto che il confronto sia diventato necessariamente uno scontro violento al di fuori da ogni regola civile e di buon senso, che per vincere non serva la giusta proposta o l’alternativa migliore, ma la sopraffazione a tutti i costi e costi quel che costi, dell’avversario, la sua eliminazione politica, oggi, e domani?

Una volta si diceva che chi urla, chi insulta non ha argomenti migliori, oggi invece è normale, giusto per dire qualunque cosa, ma cosa poi? Parole buttate al vento all’insegna di prospettive fumose, che nulla tolgono alla rabbia, anzi, l’alimentano, la estremizzano, portando disperazione alla disperazione, quindi non una cura, ma l’estrema unzione, perché se la speranza cessa di esistere, a che serve continuare a credere?

Non mi ritrovo in questa violenza gratuita e senza senso, in questo delirio di onnipotenza che da più parti echeggia sino allo spasimo, sembra di assistere impotente ad uno scontro tra TITANI che nulla hanno di grande se non la voglia di protagonismo esasperato, non mi ritrovo in una società che per comunicare si alimenta di urla, le mie orecchie sono stanche di ascoltare chi vuole convincermi facendomi violenza.

E poi… – direbbe la mia tenera nipotina – cosa insegniamo a chi ci osserva in silenzio per cogliere quell’alito di vita che gli serve per crescere? Certo non un cammino sereno, ma piuttosto l’idea che per farsi strada i famosi gomiti non servono più.

E allora vince chi ha nelle mani il potere per legittimare meglio le sue parole.

No, non ci sto!



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