Oggi ho voglia di scalare. Ho in fondo al giardino un muro di sassi e prese. Lo definisco il muro della preghiera. Forse perché aborro la parola allenamento. Infatti vado in fondo al giardino, nel mio muro di sassi, per pregare. Invece di fare yoga o di danzare con posizioni funamboliche di Qi Gong o Tai Chi, che per altro mi affascinano, avendolo scoperto in Cina, ma che trovo lontano dalla mia cultura. Preferisco ritrovare me stesso, con i miei equilibri, sortendo gli stessi risultati, o credo, appendendomi e muovendomi con naturalezza e lentezza da bradipo. E per mezzora, a volte anche più, mi attacco alla parete, passando lentamente da un appiglio all’altro, alla ricerca dell’equilibrio perfetto, non forzato. Mano destra piede sinistro, mano sinistra piede destro. Tre metri in su, tre in giù, e poi in traverso a scendere, per poi uguale a salire. Cinquanta e più prese, ed altrettanto appoggi. Le mani che le stringono con la giusta tensione, né poco, né troppo, il giusto per non sprecare energie, ma anche per non cadere. Piedi che appoggiano, spingono, tirano, si torcono a sentire l’appoggio. A volte un centimetro a destra, o a sinistra, fan la differenza per riequilibrare un corpo appeso di settanta chili, senza sforzo. Così puoi continuare in questa vigorosa e silenziosa danza, sulle dita di mani e piedi, con la roccia a portata di bacio, che misura il tuo respiro attraverso il fiato tanto gli sei vicino. Per interminabili minuti di poesia e amore. Tu e la parete che all’inizio non ti vuole, ma che in breve ti accetta, ti ama perché ti sente rispettoso, e sente che non la stai sfidando, tuttaltro, la stai amando. Così come per la vita, non è una sfida, è un camminare in un terreno incerto e a volte difficile ed ostile. Bisogna avanzare sicuri, ma guardinghi, pronti a deviare se serve. Come in roccia, basta a volte spostarsi di poco, per vedere altre soluzioni da prospettive diverse. L’esempio dell’alpinista in montagna calza a pennello. La via di salita va studiata da distante, col cannocchiale, dal basso. Va memorizzata e imparata a memoria, scritta ad appunti su un quaderno. Solo a quel punto ci si potrà attaccare alla parete, conoscendola metro per metro, passaggio per passaggio. E quando saremo a tu per tu con lei, a pochi centimetri di distanza, ci chiederà severa il conto della nostra preparazione, per capire se siamo degni di salirla. E sarà disarmante accorgerci che a volte tanti progetti e preparazione non bastano, perché sul campo le cose possono cambiare, anzi almeno di un po’, cambiano sempre. E dovremo essere bravi a cambiare rotta, ad aggiustare il tiro, e magari a malincuore tornare sui nostri passi.E allora, istinto, intuizione e attenzione saranno fondamentali per risolvere i problemi, e cavarsela. Così in montagna, come negli immensi oceani, nelle profondità dei mari, nei deserti, così come per primo nella Vita. La stessa cosa. Son sicuro che vado in montagna, nei boschi e nelle profondità dei mari, allo stesso modo in cui vivo e sto con le persone. Scrivo e faccio scultura nella stessa identica maniera con cui affronto la vita. Credo, e spero, questa sia onestà. Onestà verso se stessi, vuol dire verso gli altri. E cerco di rendermi la vita semplice, e allo stesso modo cerco di rendere semplice anche quello che dico, a me e agli altri. Tutto è semplice, e se non lo è, è perché noi lo abbiamo complicato. Si può fare tutto. Niente o quasi è irraggiungibile. Il bar si raggiunge più facilmente che la cima di una montagna, in inverno così come in estate. Ma son sicuro che possiamo arrivare dappertutto, se si vuole, con seria preparazione. Il primo uomo che è andato sulla luna non credo abbia improvvisato il viaggio. Tutti i grandi raggiungimenti necessitano di una vita di preparazione, dedizione ed impegno massimo. Ma la televisione ci dice che si può avere tutto con facilità. Falsi insegnamenti. E questo mi fa arrabbiare, peggio, mi delude. Ma le persone intelligenti non cascano in questi trabocchetti, non si fanno imbrogliare facilmente, e hanno imparato e sanno come trattare la televisione. Cosa sentire, e cosa vedere, e ancor di più, quando è il momento di spegnerla. Le persone umili hanno la cartina di tornasole che funziona, e la usano con santa ragione! La vita è il mio grande raggiungimento. E voglio onorarla impegnandomi a viverla con dedizione, ma mai con caparbietà. Massima serietà per arrivare ogni giorno un metro più in là. Come disse Fernando Pessoa: “Massimo impegno in tutto”. Con semplicità viverla e con semplicità raccontarla, così come ha fatto con me qualcuno in qualche raro momento, ascoltando, raccontandomi i problemi ed aiutandomi a spianarli, senza parlarne con enfasi e senza ingigantirli.Le persone intelligenti non hanno bisogno di complicare il semplice. E non hanno bisogno di far vedere agli altri, con distacco, che quel che fanno è importante e difficile e sono impegnati in ben altre cose.Mai come oggi il mondo ed i suoi uomini, avrebbero bisogno di maestri silenziosi, e mai come oggi ce ne sono proprio pochi. O forse rimangono celati.Ed io, intanto, parlo, parlo e parlo, cercando di svuotarmi del conosciuto, per riempirmi di linfa nuova.
MaxSolinas
Ma adesso basta parlare. E’ ora di andare fuori in laboratorio. Le mie mani desiderano muoversi sul legno e battere con la mazzetta sullo scalpello. E poi voglio finire la scultura di Marco!
MaxSolinas-Alberto
“ La semplicità non è il fine delle cose, o dell’arte, ma ci si arriva nostro malgrado avvicinandosi al senso reale delle cose “ Parola di MaxSolinas