Tombini sigillati, cecchini, imposte chiuse, mercati sospesi, traffico deviato, parcheggio vietato, malati deviati in altri ospedali.
Tutto per la visita di un uomo che sostiene di essere il vicario di un dio che, raccontano, entrò a Gerusalemme cavalcando un asino.
Mi piacerebbe davvero chiedergli se la cosa non lo disturba nemmeno un po', se la sua coscienza si sente a posto nel sapere che pur avendo dichiarato di essere disponibile al martirio, lascia che si spendano milioni di euro e si creino disagi e perdite economiche al prossimo, pur di non perdere la vita.
Mi piacerebbe sapere, se gli basta dedicare ai terremotati un concerto alla Scala, suonato apposta per lui, per sentirsi vicino agli sfollati, mentre vari membri del suo gregge insultano l'intelligenza umana dichiarando che i terremoti sono punizioni divine.