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Oggi niente dolci, la pasticcera è inquieta

Creato il 15 maggio 2010 da Pamirilla
Oggi niente dolci, la pasticcera è inquieta
Una può anche svegliarsi storta, la mattina, ma non è per questo motivo che la torta mi SEMBRA sbagliata.
La torta E’ sbagliata. Ho sbagliato la temperatura di cottura = sbagliata la texture finale.
Il mio vorace coinquilino se ne sbafa allegramente una fetta e io “Ti piace?”
“Uuhgm,…sssi”
Strabuzzo gli occhi e ripeto “Non ti piacerà DAVVERO?”
Lui, senza rispondere e senza distogliere lo sguardo dalla tele, ne agguanta un’altra fetta e la ingurgita.
Lo sapevo che dovevo lasciarlo, uno così. Meno male che non l’ho sposato. Neanche lasciato (direbbe Teresa, perché è perfida) ma faccio sempre in tempo (risponderei io).
La giornata comincia così. Per punirmi faccio una lavatrice (che aspetta da una settimana) e stenderò in terrazza, sperando che non piova, in più scelgo tutti indumenti da stirare (pure!). Riflettendo la punizione mi sembra troppo severa, perciò tiro via i panni da stirare e butto nel cestello solo asciugamani e lenzuola.
Controllo compulsivamente la posta elettronica: niente.
Sms sul cell: niente.
Mi ignora, mi evita. No, non mi deve neanche evitare: non mi pensa proprio.
Mi sento affranta. Di più: infelice. Di più: infelicissima.
Esco.
Un grosso cartello accanto al portone annuncia che il 17 (un 14 sbarrato e corretto a pennarello) ci sospendono la luce. Un altro dice che la stessa cosa avverrà anche il 14 (un 14 non sbarrato né corretto). Quale dei due cartelli il tipo che li ha appesi ha dimenticato di tirar via?
Proseguo sulla via e gli altri cartelli appiccicati sui muri riportano: 17.
Alla posta mi dicono che l’affrancatura per la mia busta costa € 1.40 ma se affrancassi con i soliti 60 cents e imbucassi la lettera, non succederebbe niente.
“Italia” penso io “un meraviglioso, incredibile Paese! Così creativo, così democratico”
Affranco con 60 cents.
Perché io mi sento molto italiana. Anche europea. Ma oggi italiana, decisamente, visto che (solo a me) mi levano la luce per DUE giorni!
Faccio un salto al mercato e non compro niente, poi passo al supermercato e non compro niente.
In testa ho solo un pensiero: “PERCHE’?” e poco appetito.
Perché non mi manda un solo cenno, un saluto. Come può ignorarmi così mentre io mi struggo e mi distruggo e mi sciolgo e mi dolgo per lui?
Guardo in alto: hai visto mai fosse in arrivo un piccione viaggiatore con un messaggio in bocca o, magari, passa uno di quegli aeroplanini con lo striscione attaccato in coda. Niente.
Mi sento sempre più infelice, benché già prima di uscire di casa lo fossi al superlativo.
Però sorrido, sorrido a tutti: buongiorno, buongiorno. Il portiere del civico 70 : “Buongiorno”, il lattaio “Buongiorno”, quello del portone accanto, balcone adiacente alla mia finestra: ”Buongiorno”, il macellaio: “Buongiorno”.
Torno verso casa percorrendo il lato opposto della strada, guardo i cartelli attaccati al muro: 17, 17, 17, 14 e, accanto all’ultimo portone, due cartelli: 17 e 14. Sadica Acea, sadica e crudele.
Ma il mio pensiero è altrove “Perché, perché?” continuo ossessivamente a chiedermi. Gli mando messaggi telepatici e lui niente, ho messo in atto ogni genere di scaramanzia e lui niente. Ho tirato su dal mazzo dei Tarocchi un 8 di bastoni (novità imminenti). “Bene!” ho pensato; ma lui NIENTE; non mi pensa per NIENTE non nutre la benché minima preoccupazione per me.
PERCHE’?!!
Sempre più depressa, ormai praticamente allo stremo, non riesco a connettere più nessun pensiero con un barlume di senso né un germe di ottimismo.
Nella cassetta della posta non c’è niente.
Nessun bigliettino per me in bacheca.
Mentre traffico con la chiave, sbagliata, si appoggia al portone un barbone. Io continuo a perdere “perché “ da tutte le parti, rotolano sulla strada, alcuni finiscono nel tombino ed altri sotto le macchine in transito, spiaccicandosi sull’asfalto. Il barbone ne raccoglie uno, mi fissa con l’occhio ottuso di chi ha bevuto un po’ troppo. Riflette qualche istante, resta assorto. E poi mi risponde.
Con un sonoro rutto.
Che giornata di merda.
Il Destino non esiste, ecco com’è.
E io, che lo aspetto….. pazza, pazza, lo aspetto impaziente, al limite della sanità mentale, un segno, un cenno che non arriverà e medito astruse forme di sopravvivenza.
Basta lo inventerò da me, Un Destino. Un Fato amico e non cinico e baro.
E’ uscito un po’ di sole.
A stendere i panni…di coooooorsa in terraaazzaaaaaa!!!!!!!!
Poi magari dopo, leggo l’oroscopo. (Sic)

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