Oggi parliamo con… Antonio Pagliaro

Da Gialloecucina

Nell’intervista di oggi andiamo a scoprire qualche particolare  dell’autore de “La notte del gatto nero” di cui trovate la recensione nel blog.

Per avere maggiori informazioni e non solo, vi consiglio caldamente di fare un salto sul suo sito,

http://www.antoniopagliaro.com

Un grazie di cuore va ad Antonio che si è prestato con molta coretsia all’intervista. A voi tutti, buona lettura!

Intervista ad Antonio Pagliaro a cura di Elio Freda

Benvenuto a Giallo&Cucina. Un caffè? Un aperitivo?

Non amo gli aperitivi dunque un caffè. Mi piace lungo e dolce. 

 Come di consueto, ti preghiamo di presentarti al pubblico. Chi è e perché scrive Antonio Pagliaro?

Uno scrittore che ama la prosa asciutta e il dialogo, che detesta orpelli e didascalie, cresciuto coi gialli classici inglesi ma poi appassionatosi a J.P. Manchette e al noir francese che considera un modello. Scrive perché è una passione diventata (anche) un mestiere.

 Quando e come ha avuto origine la tua passione per la lettura? 

Sono cresciuto in una casa con librerie su ogni parete, questo penso sia importante. La prima grande passione che ricordo è stata Asterix, poi i gialli per ragazzi Mondadori, quindi Agatha Christie. 

 Qual è il tuo rapporto con la cucina?

Difficile. So cucinare poche cose e credo anche male. 

 “La notte del gatto nero”. Com’è nata l’idea?

Ti risponderei volentieri se solo me lo ricordassi. I tempi editoriali sono lunghi, da quando pensi un libro a quando il libro arriva in libreria passano anni e tante cose si dimenticano, soprattutto la genesi delle idee. 

 Ti sei ispirato a qualche persona reale per la caratterizzazione del tuo protagonista o è solo un parto della tua fantasia?

E’ inevitabile che ogni personaggio abbia qualche pezzetto del suo autore. Tuttavia cerco di crearli lontani da me, non è detto che ci riesca.

 La storia si svolge essenzialmente a Palermo? Quale il tuo legame con questa città? Ne hai una conoscenza diretta o hai dovuto documentarti diversamente per rendere tanto credibile l’ambientazione?

Beh, a Palermo ci sono nato e ci sono cresciuto. Poi sono andato via per molti anni, ma ormai sono tornato e non ho in programma di lasciarla. Quindi direi che la conosco bene. 

 Quali sono state le maggiori difficoltà incontrate nella stesura della romanzo?

Se non ricordo male, e potrei anche ricordare male, è stato un romanzo scritto in modo molto fluido, senza grandi difficoltà o blocchi. 

 A chi e perché consiglieresti la lettura del tuo libro?

Lo consiglierei a Berlusconi, non posso dire perché ma se lo hai letto lo sai. Anzi, se lo senti, suggerisciglielo tu. 

Cosa puoi raccontarci a proposito della tua esperienza editoriale?

Devo molto a Giulio Mozzi che nell’ormai lontano 2006 decise che un mio romanzo era abbastanza bello da poterci lavorare sopra insieme e pubblicarlo. Dopo, è cominciata la salita. 

 Che tipo di lettore sei? Ci sono degli autori ai quali ti ispiri o che rappresentano per te un modello di riferimento?

Sono un lettore severo che può interrompere un libro alla terza riga. Autori a cui mi ispiro: come ho detto prima, il noir francese, soprattutto J.P. Manchette e da un paio di anni il tedesco Ferdinand von Schirach. 

 Hai altri progetti letterari in cantiere?

Ne ho un paio quasi chiusi e molti in testa. Non mi mancano i progetti, mi manca il tempo. 

 A tua scelta: lasciaci con una citazione o con una ricetta!

Che ne pensi del carpaccio di salmone? Un piatto delizioso.  

http://www.youtube.com/watch?v=XU4_y-mRnSs

    



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