L’8 novembre alle 13 l’amico scrittore Massimo Ansaldo presenta “Macerie” al Book Festival di Pisa.Lo ha intervistato per voi Alessandro Noseda.
Incontriamo a Portovenere in provincia di La Spezia per un aperitivo Massimo Ansaldo, avvocato. Buongiorno e grazie per l’accoglienza. Ti va di raccontarci perché leggi e scrivi?
Innanzitutto leggo per piacere, nel senso che lo è tutto ciò che appaga e che abbia un senso. La lettura, rispetto ad altri ‘passatempi’ obbliga a confrontarsi con se stessi, con la propria natura, paragonandola con il pensiero di altri, non necessariamente sempre sulla tua stessa lunghezza d’onda. Per questi motivi, senza averlo programmato, ad un certo punto mi sono detto se non era arrivato il momento di provare anche io a ‘confrontarmi’ con me stesso. Con la scrittura, appunto. I tuoi romanzi, come nasce l’idea? Un ‘guizzo’ della realtà che ti circonda, che ti sorprende dentro la tua esperienza quotidiana. Ad esempio una pagina sgualcita che ti rimanda ad un libriccino che….la trama del mio romanzo. Dove scrivi? Ovunque! Nel senso che le possibilità offerte dalla tecnologia lo permettono. Tablet, smartphone hanno abbattuto le pareti della stanza dove, forse, provavi anche un pò di solitudine. Hai un “luogo del cuore” dove trovi ispirazione? Uno in particolare no. Ma confesso che passeggiando sul lungo mare e lasciandoti cullare dal movimento dei marosi…beh! Non voglio fare troppo il sentimentale…. Carta e penna o direttamente p.c.? Prima smartphone e poi ipad, ultimamente sulla carta ho tracciato uno schemino che aiuta nei momenti di difficoltà… Preferisci il silenzio o ami musica di sottofondo? Il silenzio mi da fastidio, perchè ogni rumore diventa motivo di distrazione. Meglio un sottofondo, che può essere musica o anche il vociare dei passanti, mentre tu sei seduto su una panchina. “Macerie ” è la tua ultima fatica. Dove hai trovato spunto? Accennavo prima ad un libriccino. Esiste veramente ed è una versione degli anni ottanta del Taccuino di un Dannato, tratto da una Stagione all’inferno di Arthur Rimbaud. Da questa opera lo spunto per costruire una trama noir, che si svolge nel panorama del Golfo dei Poeti, nel quale ‘invito’ anche Arthur Rimbaud…. Quanto prendi in prestito alla realtà e quanto è frutto della tua fervida fantasia? Mi tocca dire che ogni riferimento a persone , fatti luoghi e persone è frutto di fantasia…etc…certamente è così, ma la realtà con tutti quelli che la popolano, me compreso, è un proscenio fantastico per chi vuole provare a buttare giù storie. Alla fantasia lascio il paradosso, quell’elemento senza il quale a mio avviso, la storia rimarrebbe un pò piatta. Come delinei i personaggi? Come detto prima, incontri uno per la strada che ti colpisce, ma poi lo vesti di un abito nuovo, che si attaglia meglio alla storia. Segui una scaletta o ti fai guidare dalla storia? Inizio con quella che io chiamo la ‘melassa’. Come nel rum, inevitabile e a volte fondamentale, ma mai decisiva per la qualità del prodotto. La melassa è l’idea dove tutto ti sembra che sia già a posto, poi ti accorgi che sono i personaggi stessi che si ribellano e ti implorano di farli andare da un altra parte. E quasi sempre hanno ragione loro…. Quali sono state le maggiori difficoltà nella stesura del romanzo? Appunto…accontentarmi di bere un prodotto fatto solo di melassa…. E del rapporto con Editor ed Editore cosa puoi dirci? Ottimo rapporto, entrambe figure di riferimento fondamentali, soprattutto per un opera prima. Ringrazio per questo il dott Soressi di Agenzia Paradigmi e il dott Moraglia di Leucotea Edizioni. Hai altri progetti in fieri? Si. Ho una storia che si sta sviluppando, sempre nell’ambito thriller/noir..si parte da Genova ma questa volta si viaggia parecchio… E se ti proponessero una sceneggiatura per un film? saresti d’accordo o ritieni che i tuoi romanzi soffrirebbero nella trasposizione cinematografica? Perchè no, ritengo che la mia storia sia adatta alla trasposizione. Non posso rispondere se ne soffrirebbe perchè sono totalmente a digiuno della tecnica di riduzione. Mi accontenterei che rimanessero i profili psicologici dei personaggi e il luogo, Portovenere. Descriviti come lettore? Non compulsivo! Leggo moderatamente, ma costantemente. Quali libri compri? Scusa la banalità…quelli che mi provocano. Hai un genere preferito o spazi a seconda del momento, dello stato d’animo? Leggo principalmente romanzi gialli e noir. Ma prima mi ero fidato dei consigli autorevoli di amici. Per questo ho conosciuto Cormac Mcharty e Flannery O’Connor e prima ancora Fiodor Dostojevski e Franz Kafka. E se devi regalarlo un libro come scegli? Cerco di incontrare la personalità di chi lo deve leggere. E triste regalare un libro solo immaginando che cosa lo potrebbe interessare. Sarebbe un libro sprecato. Un consiglio ad un esordiente che ha la sua storia nel cassetto e non ha trovato ancora nessun editore interessato a pubblicarla? Trovare un editor di qualità e seguire i suoi consigli. Solo dopo questo lavoro, che è faticoso ma gratificante, si è pronti per proporlo e sperare in bene… Ti piace presentare i tuoi libri al pubblico? Molto. Quando le persone ti stanno a sentire ripercorri tutto il lavoro che hai fatto, è come se riscrivessi di nuovo tutto quanto pubblicato, con accenti nuovi, aspetti che non avevi considerato, che non avevi apprezzato, o che avevi sopravvalutato…. Una domanda che non ti hanno mai fatto (e a cui avresti voluto rispondere) ed una che t’ha messo in difficoltà? Si. Una signora di una certa età: quante copie del libro ha venduto? Domanda simpatica e inaspettata. Ho risposto che sicuramente erano tantissime ma che l’editore me lo avrebbe comunicato tra qualche mese……La domanda che non mi hanno ancora fatto spero la faranno al Pisa book Festival, l’8 novembre quando presenterò il libro Macerie Un autore (o più) che costituisce per te un benchmark? Uno l’ho già citato, Cormac Mcharty, l’altro Stephen King. E perché? Il primo per la capacità di scrivere attingendo ‘totalmente’ dalla realtà e dall’animo umano, esplorando il Mistero presente in tutte le cose di questo mondo, il secondo per la fantasia ‘infinita’ che mette in ogni sua storia e per la profondità con cui ha sempre affrontato il tema del Male, alla fine sempre sconfitto, anche solo da un barlume di Bene. Se ti va, ponigli il quesito che da tempo hai in mente! Si. Siete liberi per cena, stasera o quando volete voi? Cucino io e sto a sentirvi parlare…..pendendo dalle vostre labbra.. Il Bianco e il Nero per Mcharty e Cose Preziose per King. Grazie del tempo che hai voluto dedicarci. Prima di salutarci ti chiediamo, come consuetudine di Giallo e Cucina, di lasciarci con una ricetta ed una citazione! Prima la citazione: C’è una strada che va dagli occhi al cuore, senza passare per l’intelletto ( Gilbert Keith Chesterton, L’Imputato) La ricetta la traggo da un piatto citato nel mio romanzo, la buridda di seppie alla ligure. Uno di quei piatti dove il profumo di Liguria ti inebria….Ingredienti:
800 grammi-1 chilo di seppie; 2 -3 grosse patate; 300 grammi di piselli surgelati; 1 cucchiaio di concentrato di pomodoro; 2 acciughe salate; 1 spicchio d’aglio; 20 grammi di funghi secchi (facoltativo); un mazzetto di prezzemolo; 1 bicchiere di olio extravergine di oliva; 1/2 bicchiere di vino bianco secco; sale
Preparazione:
Si puliscono le seppie, togliete loro la pelle, lavatele, scolatele, battetele col batticarne e tagliatele a listarelle.
Si passa a lavare il prezzemolo, prendetene solo le foglie, sbucciate l’aglio e fate un trito con questi due ingredienti, tenendo da parte la metà del prezzemolo tritato.
Si puliscono le acciughe sotto sale, levate loro la lisca, lavatele, e si mettono a bagno in acqua fredda per 1/4 d’ora. Infine si tritano e e si mettono da parte in una ciotolina.
Peliamo ora le patate, lavarle e tagliate a dadini.
Si fa imbiondire il trito di prezzemolo ed aglio con l’olio in un tegame di terracotta a fuoco basso.
Si aggiungono le seppie che si fanno rosolare e insaporire, girando possibilmente con un cucchiaio di legno.
Si bagna il tutto col vino bianco, fino ad evaporare. Aggiungiamo l’ estratto di pomodoro diluito in un poca acqua calda.
Saliamo e mettiamo a fuoco basso per 20 minuti col coperchio. Mescoliamo ogni tanto
Aggiungiamo le patate a pezzi e a metà cottura, aggiungiamo i piselli.
Finiamo di cuocere ( 40 minuti) e, spento il fuoco, inserite l’acciuga tritata e il prezzemolo rimanente
Servire tiepida.