A margine della Fiera di Chiari incontriamo Teresa Giulietti. La giovane autrice è lieta di sottoporsi a qualche domanda per il nostro blog. Per qualche info in più, visitate il suo sito www.tersagiulietti.it
Intervista a Teresa Giulietti a cura di Alessandro Noseda
Iniziamo con le presentazioni. Raccontaci chi sei e perché leggi e scrivi. Quando e come è nata la passione per la lettura? E l’esigenza di scrivere?
Leggo e scrivo da quando ho 5 anni anni grazie ad una nonna maestra paziente, stimolante, nel contempo discretamente severa. Credo avesse intuito la mia predisposizione per la parola, ogni volta che mi faceva dono di un libro o di un quaderno io ero particolarmente felice, molto più che se mi avesse regalato una bambola.
Fino ai dieci anni ho sempre girato con un blocco e una penna in mano, annotando tutto quello che mi incuriosiva, o che mi faceva soffrire, o gioire. Più soffrire che gioire. Era un’esigenza primaria, impossibile da frenare. Leggere mi ha sempre aiutato, oltre che ad imparare, a smaterializzare i pensieri ricorrenti, restituendomeli variegati, intrisi di nuova linfa vitale, di colore e vite parallele in cui poter respirare anche solo per un attimo.
Alla Fiera della Microeditoria di Chiari presenti il tuo ultimo libro. Com’è nata l’idea? Di che parla?Sono figlia di un’estetista, dai primi giorni di vita ho respirato gli aromi degli oli da massaggio, la musica che faceva da sottofondo ai trattamenti in cabina, i colori variegati dei rossetti e degli ombretti. L’arte del massaggio e la cura che mia madre riservava alle sue clienti mi hanno sempre estasiata, fintanto che, in età più adulta, non ho scoperto cosa si celasse dietro al mondo della bellezza e a tutti quei prodotti con cui abitualmente donne e uomini rincorrono il mito dell’eterna giovinezza. Mi riferisco alla vivisezione, ai crudeli esperimenti impiegati dalle ditte cosmetiche e dalle università per testare sostanze attive impiegate nella realizzazione di cosmetici di bellezza. Dopo la laurea in lettere e filosofia, ho cominciato a scrivere romanzi d’amore e racconti su commissione per mecenati desiderosi di avere la propria storia romanzata da regalare ai posteri, nel contempo mi sono iscritta alla scuola di Ayurveda per imparare gli antichi segreti della medicina indiana e successivamente alla scuola di naturopatia psicosomatica. Il mio senso della giustizia verso la Vita Tutta, qualsiasi forma abbia assunto, si è ulteriormente amplificato, così come un sentimento di ‘nobile compassione’ verso ogni forma di vita, ogni cuore pulsante. In questo libro ho voluto accogliere le mie due più grandi passioni: l’amore per gli animali e quello per la scrittura, con l’intento di offrire un percorso da fare insieme al mio lettore in direzione della Vera Bellezza, quella che come sosteneva Platone prevede che “Ciò che bello è anche buono”.
Ho esaminato il modo in cui il concetto di bellezza si è trasformato, di secolo in secolo e poi, a partire dal Novecento, di decennio in decennio, in relazione alla cosmesi, alla moda, ai modelli di riferimento di volta in volta offerti dal contesto sociale (poesia, letteratura, architettura, ritrattistica ufficiale, cinema, moda, etc.). In questi slanci verso la perfezione gli animali sono stati sempre, in ogni latitudine, torturati, rinchiusi, vivisezionati, impiegati ad uso e consumo delle ditte, poi delle multinazionali, insomma dell’uomo. Nella seconda parte del libro mi sono soffermata ad analizzare le vie alternative alla crudeltà, in ambito tanto cosmetico, quanto in quello della moda e inevitabilmente alimentare, poiché non si può parlare di bellezza senza tener conto di ciò che introduciamo nel nostro organismo. Il cibo di cui ci nutriamo e che diamo ai nostri cuccioli d’uomo per garantirgli salute e benessere psico fisico, è troppo spesso intriso di ingiustizia e indicibile sofferenza, oltre che di veleni, non mi riferisco soltanto alla carne, ma anche al latte e ai suoi derivati, alle uova. E’ assolutamente possibile seguire un’alimentazione etica: naturale, equilibrata, ricca di vitalie, vale a dire di tutte quelle sostanze che ci mantengono in salute: vitamine, sali minerali, oligoelementi, fibra, ormoni della crescita naturali, probiotici.
Con questo libro ho voluto anche mettere in evidenza come ognuno di noi possa e debba fare qualcosa, ogni giorno, offrendo il proprio contributo alla bellezza della Terra e della Società, smettendola di delegare altri che “dovrebbero fare ma non fanno” o criticando le istituzioni, i potenti della terra, tizio e caio. Il fatto di poter fare poco non ci autorizza a non fare nulla. Il mercato è sempre più attento alle scelte dei consumatori, in ogni ambito, dipende quindi da noi compiere le scelte più eque, giuste, etiche, rispettose anche dei più inermi. E si scoprirà che, ciò che danneggia gli animali nuoce anche agli uomini e che dietro alle ingiustizie perpetrate verso gli animali ce ne sono un’altrettanta moltitudine a danno dei bimbi, dei soggetti più indifesi della nostra società. Si veda, tra gli altri, il tema della vivisezione, o dell’impiego di parabeni e derivati del petrolio in molti prodotti cosmetici. Le ditte cruelty free assicurano formulazioni biologiche rispettose tanto dell’animale che della salute umana; a dimostrazione di come le due cose vadano di pari passo. Chi tortura la vita, qualsiasi vita, non ha assolutamente a cuore nemmeno la nostra!
Quali sono state le maggiori difficoltà nella stesura della prima bozza? E nel seguito?
Non ci sono state particolari difficoltà, non questa volta almeno. Conoscevo la materia che avrei voluto trattare, ed anche il messaggio da consegnare. Ho studiato molto, raccolto informazioni, partecipato a convegni, recuperato vecchie lezioni di ayurveda e di naturopatia, cercando infine di assemblare il materiale in modo che risultasse scorrevole e fruibile, spero di esserci riuscita. Trattare tematiche violente, specie in un momento di grande disagio come quello attuale, non è cosa facile, ho sentito fin da subito l’urgenza di dire la verità, senza mascherarla o tentare di abbellirla, pur nel rispetto del mio lettore che non volevo aggredire, colpevolizzare. Il rispetto delle tempistiche individuali è sempre uno dei miei capisaldi, anche nel mio lavoro di naturopata. E’ necessario tener conto della storia personale, delle resistenze che mettiamo in atto per non vedere ciò che ci destabilizza o mette in discussione certezze consolidate. Ognuno di noi ha le sue difese, le sue zone off-limits, una capacità di accogliere o rifiutare verità che destrutturano il proprio pensiero. Mi sono ritrovata spesso a piangere, o a riprovare moti di disprezzo e di scoramento nell’affrontare certe tematiche, ma la consapevolezza e il desiderio di informare quante più persone in maniera onesta e delicata, mi hanno dato la forza per proseguire lungo questa direzione. Nei precedenti romanzi, frutto di immaginazione miscelata ad esperienze di vita vissuta, sovente mi sono trovata arenata, non sapendo che direzione prendere, mi sono lasciata guidare da loro, i miei personaggi. Lo dicono tutti gli scrittori, ne sono consapevole, ma è proprio così. In fondo, servono poche parole per dire la verità.
Sei ferma alla carta o ami anche gli eBook?
Amo il libro cartaceo, l’idea di poterlo scegliere tra tanti altri sullo scaffale di una libreria. Spesso mi sono lasciata richiamare da una copertina, dalla musicalità di un titolo, da un dettaglio quando ho aperto una pagina a caso. Ma non per questo sono nemica degli e-book, permettono una diffusione della conoscenza più immediata e capillare, per di più a basso costo. Mi auguro però che il libro cartaceo resti in vita e venga apprezzato anche dalle nuove generazioni.
Un buon consiglio a chi ha la sua storia nel cassetto e non ha ancora trovato chi gliela pubblichi?
E’ importante domandarsi con estrema sincerità se quanto abbiamo scritto possa realmente essere un contributo per gli altri, o semplicemente un guizzo di vanità personale. La letteratura è una faccenda seria, oggi spesso relegata a faccenducola commerciale che prevede l’ingresso di pseudo scrittori nel mondo editoriale, pilotati da case editrici e da mass media che li sostengono per motivi elusivamente commerciali, individui che se anche avessero qualcosa da dire spesso non dispongono degli strumenti del racconto, della parola scritta che ha le sue regole, come ogni forma di espressione. Non tutti sanno suonare uno strumento musicale, realizzare un’opera d’arte, cantare, scolpire, recitare, mi domando come sia possibile che oggi chiunque si metta a scrivere e a pubblicare. E lo dico senza alcuna vena polemica ma semplicemente per il grande, sconfinato, sentimento di amore che da sempre nutro per la parola. La parola che ha una forza straordinaria, che è una potente arma di conoscenza, una cartina tornasole del carattere sociale, un’ insostituibile strumento di trasformazione e di consapevolezza individuale e collettiva che può aiutarci a spiccare il volo verso orizzonti mai immaginati, a migliorare la nostra esistenza, a compiere scelte giuste, a sognare, a rendere la nostra vita meno banale e prevedibile.
Tornando alla tua domanda, credo che ogni giovane o vecchio autore si debba domandare: Perché scrivo? Soltanto per me? O anche per gli altri? Se lo faccio per me soltanto può bastare un diario segreto, una corrispondenza epistolare con la zia. Se lo faccio anche per gli altri devo prepararmi, studiare, impegnarmi, rileggere fino a che non credo di aver dato il meglio che io possa dare, accettare sconfitte, no decisi da parte di editor e case editrici. Se davvero credo nella scrittura, la scrittura e nessun altro mi consentirà di dire quello che voglio dire. Le difficoltà non devono spaventare, anzi, incentivare a mantenere fede in quello che si fa.
Cosa pensi delle fiere come quella di Chiari? Ti piace incontrare il tuo pubblico? Ci sono domande che ti mettono in difficoltà ed altre che nessuno ti ha mai posto?
Adoro incontrare il mio pubblico, vedere i volti delle persone che mi leggono, sentire da loro cosa pensano del mio lavoro. Mi aiutano le critiche sincere, i suggerimenti, li cerco, non mi spaventano. Domande che mi mettono in difficoltà? Non è mai successo, ma mai dire mai! Tu ne avresti una?
In cucina come te la cavi? Lasciaci con una ricetta e/o una citazione.
Mi piace cucinare, inventare, modificare antiche ricette. Sono vegetariana, ma non posso definirmi vegana. Consumo qualche uova di gallina ruspante, priva di ignobile sofferenza e ogni tanto un po’ di Parmigiano. Amo la pasta (esclusivamente con sughi vegetali) i risotti, gli gnocchi, i tortelli di erbette, i tortini e gli spiedini di verdura e adorissimo i dolci, soprattutto le crostate di frutta. Ieri sera ho cucinato per una cara amica, prestando particolare cura anche alla tavola. Ho giocato col bianco, il rosa cipria e il ciclamino, il contrasto tra la tovaglia di lino bianco ricamato e i sottopiatti di midollino rosa acceso; una profusione di candele da fare invidia a Giovanna d’Arco e lei, la struggente, dolcissima Billie Holiday come sottofondo.
Antipasto a base di cavolo rapa appena scottato e saltato in padella con aglio e semi di cumino, a cui ho aggiunto scagliette di pera disposte a ventaglio, olive nere snocciolate, cuore di carciofo e aceto balsamico alla fragola, qualche fogliolina di menta, creando nel piatto un bel contrasto cromatico e una coreografia appagante per l’occhio. Poi, un risotto selvatico nero e rosso con crema a base di: radicchio e cipolla rossa, patata novella, pinoli e noci, prezzemolo, timo, vino rosso fermo. Adoro le serate a base di confidenze, risate, aromi naturali.