……al contadino mai non far sapere quant’è buono il
formaggio con le pere! Vecchio detto ma proverbio sempre attuale.
Rimanendo in tema autunnale va detto che l’orario da domenica notte è anche
cambiato ed è tornato quello solare. Ricordo che mia madre diceva
che ero fortunata, perché da ottobre in poi avrei dormito un’ora in
più e quindi niente scuse alla mattina, per alzarmi ed andare a
scuola! Mai bugia fu più plateale, avremmo dormito tutti quanti
un’ora in più soltanto quella notte, poi tutte le altre giornate
avrebbero continuato ad essere di 24 ore e non di 25! “Sono bugie a
fin bene” era solita dirmi….Tempi remoti, ricordi lontani, ma
resta il profumo dei pizzoccheri, piatto tipico della Valtellina,
rustico, gioviale e molto apprezzato nei mesi freddi dell’anno. Il
nome, pizzoccheri, sembra derivare dalla radice “pit o piz” col
significato di pezzetto, o ancora dalla parola pinzare col
significato di schiacciare, in riferimento alla forma schiacciata
della pasta. Altre ipotesi farebbero risalire la parola pizzoccheri
dal longobardo bizzo, ovvero boccone, ma questa ipotesi etimologica
sembra da scartare completamente. Io però per dovere di cronaca ve
la riporto ugualmente. Nonostante un tempo venissero fatti a mano, al
giorno d’oggi i pizzoccheri sono venduti sotto forma di pasta secca
già imbustati e pronti alla cottura e, sono realizzati con un tipo di farina particolare:la farina di grano saraceno. Se qualcuna di noi, ha voglia di impastarli con me, li facciamo insieme, sono di facile esecuzione, forniscono circa 580 kcal., per porzione e le dosi che vi scrivo sono per 4 persone. Sono ottimi anche conditi con le verdure come verze e
patate, e nella ricetta qui sotto con il bitto, formaggio tipico valtellinese. Andiamo ad incominciare?
Ingredienti per i pizzoccheri:
250 ml. di acqua
400 gr farina di grano saraceno
2 pizzichi di sale
100 gr. Farina bianca per sfoglia
In una ciotola capiente mescoliamo le due farine, aggiungiamo l’acqua ed il sale, mescoliamo bene sino ad ottenere una palla liscia e compatta. Data la forte consistenza della farina di grano saraceno, consiglio di usare il Robot solo se potente e
funzionante ad una velocità non esagerata, diversamente l’attrezzo
si potrebbe rompere. Avvolgiamo il nostro impasto in una pellicola
trasparente e lasciamolo riposare in un luogo fresco ed asciutto per
circa mezz’oretta. Una volta pronta la nostra palla di sfoglia,
stendiamola sul tagliere con il mattarello, lasciando un’altezza di
circa 3 millimetri. Poi tagliamo con la rondella delle strisce
rettangolari di circa 7/8 cm di larghezza. Poi mettiamole una sopra
all’altra, alternando le file con una spolverata di farina per evitare
che si attacchino. Una volta ottenute queste larghe e spesse
tagliatelle lasciamole riposare sul tagliere.
Ingredienti per il condimento:
2 pere sode ,160 gr di taleggio morbido a temperatura ambiente, 30 gr di gherigli di noce, alcune foglie di salvia, 120 gr di burro, sale e pepe q.b.
Cuociamo a questo punto i nostri pizzoccheri, preparati con le nostre manine fatate, oppure acquistati, per circa 12 minuti in abbondante acqua poco salata. Io
per mia abitudine non salo più l’acqua da diversi anni, ma è
un’altra faccenda…Laviamo le pere, togliamo il torsolo e tagliamole
a pezzetti piccoli. Rosoliamo le nostre pere a pezzi nel burro,
(lasciandone da parte un pezzetto), con le foglie di salvia e
aggiungiamo i gherigli di noce tritati in modo grossolano. Scoliamo
la pasta, mettiamola in una bella e caratteristica teglia di
terracotta capiente, poi condiamola con le pere rosolate e
aggiungiamo il rimanente burro, il formaggio tagliato a tocchetti, in
modo che si possa sciogliere bene. Profumiamo infine con pepe nero
macinato, se gradito ai commensali e serviamo subito in terrine
riscaldate in forno, per esaltare tutti i sapori. Questo piatto ben
si sposa con un vino rosso corposo tipico della Lombardia: posso
azzardarmi a consigliarvi un Lambrusco mantovano di Viadana o di
Sabbioneta, Un Botticino doc, un Capriano del Colle rosso doc, o un Oltrepò Pavese Barbera doc. Dopo tale pietanza, reputata di tutto rispetto se accompagnata da uno
di questi corposi e generosi vini, il mio augurio è che la possiate
gustare in compagnia di un’ avvenente Dama o di un impavido Cavaliere,
o Corteggiatore non per errore. Delle conseguenze e di qualsiasi
azione possa derivarne in seguito, non mi ritengo responsabile, ma
sarei felice se fossero a Voi gradite e piene di suspence! Buon
appetito!
Pizzoccheri (Photo credit: Wikipedia)