Un lettore del giornale che da anni si è nutrito di berlusconismo acuto, di inviti all’evasione fiscale, depenalizzazione del reato di falso in bilancio, leggi in perenne conflitto di interessi, esaltazione della banda di bertoladri che ha sperperato i soldi degli italiani in regalie e mazzette ad amici costruttori corrotti e corruttori, si trova in crisi di identità, pensa di avere sbagliato giornale.
Certo non erano da soli ma erano i principali protagonisti del bengodi e del conflitto di interessi del ladro per antonomasia, l’utilizzatore finale, colui che governava, nel suo interesse, nei ritagli di tempo che avanzava tra un festino e l’altro, una minorenne e l’altra, dal tempo passato volando in elicottero da Arcore, Palazzo Grazioli, Villa Certosa preceduto dalle sue orgettine e da qualche puttana mandatagli in omaggio dai papponi ai quali garantiva qualche appalto, regalia, vitalizio mensile, oppure finanziamento ad un giornale come l’Avanti che non legge nemmeno il suo direttore, Lavitola.
Oggi Sallusti confessa, fa autocritica ma, ancora una volta commette un errore e questa volta è un errore grave per un giornalista, usa il verbo sbagliato.
Il titolo del giornale è al presente mentre avrebbe dovuto usare il passato, avrebbe dovuto essere questo: A noi hanno dato le tasse, i ladri di tutti i tipi, compresi gli evasori, li hanno lasciati liberi.
Quindi non ha fatto autocritica e non ha confessato, ha scritto il falso e fatto il servo come sempre.
E’ rimasto il solito tappeto del bandito.