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Ci sono persone o categorie, come me per esempio, che possono anche parlare a ruota libera, tanto quanto dicono o scrivono non ha rilevanza né influenza sulla società; si può dire insomma che non siamo pericolosi. Ce ne sono altre invece che con le loro affermazioni, condizionano anche in modo pesante e decisivo il mondo che li circonda, quindi sarebbe necessario che quanto esce dalle loro penne o quanto viene riportato delle loro chiacchiere fosse meditato bene. Una di queste è quella dei giornalisti, in particolare quella degli specializzati in qualche settore tecnico come la scienza o branche di essa come l'agricoltura. E' pur vero che in questo campo se ne leggono di tutti i colori e questo ti fa sorgere il classico dubbio, se quando leggo di una cosa su cui ho una minima competenza, sento così tante castronerie, quando leggo di cose di cui non so nulla come faccio a fidarmi? Perché i casi possono essere: o chi scrive non sa le cose e obnubilato dalle credenze o dalle religioni fideistiche, si butta lancia in resta nella sua crociata salvatrice del mondo per conquistare le masse adoranti, oppure le cose le sa ma, perfidamente persegue un disegno economico o di potere e questo è ancora più grave. Altrettanto grave è il comportamento dei giornali che, seguendo l'orientamento della moda o di quello che viene avvertito come sentire comune, danno spazio a questi proclami mettendoli tra le cose serie.
Ora quando si leggono pezzi ospitati in rubriche fisse su un importante quotidiano italiano che maledicono gli OGM e la legislazione europea che finalmente ne ha sancito la coltivabilità, usando con una serie di distinguo così generici da lasciare davvero senza parole, subito dopo una premessa in cui ci si dichiara invece a favore di biotecnologie e ricerca, cascano un po' le braccia. Spuntano anche naturalmente i riferimenti a un "business senza controllo nella mani di pochissime potentissime multinazionali". Mancano solo le scie chimiche. Questo in spregio alla realtà del vero potentissimo e molto più enorme business della fuffa del biologico che tra un po' ci troveremo magari a nostre spese nelle mense scolastiche o ospedaliere. Per fortuna l'ironia della sorte ha punito il giornale stesso e l'autore, perché un maligno errore di stampa ha fatto concludere il pezzo con la seguente frase:"Quanto detto basta per dire che gli OGM devono essere coltivati in Italia". Il "non", pensato, è rimasto provvidenzialmente perso nella tastiera e le scuse con trafilettino in altra pagina del giorno dopo, non hanno fatto altro, come capita in questi casi, che rendere più gustosa la cosa. Altro fatto invece quando a straparlare sono i politici. Qui non conta l'inscipienza, che diamo per scontata, in generale il politico è un foglio bianco che prima (generalmente) si informa di come tira il vento e poi dice le cose che il suo elettorato desidera sentirsi dire. Per lo meno lo stesso giornale ieri ha pubblicato un pezzo di Morandini, ricercatore e docente di Biotecnologie vegetali dell'Università di Milano, che per non rovinare, voglio riportarvi integralmente.
Perché sì agli OGM.
Due giorni fa sul Corriere, Nunzia De Girolamo, avvocato e ministro delle politiche agricole (vi ricordo che il ministero dell'agricoltura è stato abolito con referendum dal poppppolo italiano, nota mia) sosteneva che "gli OGM non sono utili all'Italia. La nostra è un'agricoltura d'eccellenza sana e pulita". Sull'utilità degli OGM per l'agricoltura italiana, i dati della FAO e quelli del ministero raccontano un'altra storia. Dicono che non solo sono utili, essi sono necessari perché importiamo 4 milioni di tonnellate ogni anno di soia transgenica e derivati dall'America Latina, che rendono possibili le produzioni alimentari di cui andiamo fieri come il Parmigiano. Queste importazioni servono infatti a sfamare milioni di animali (mucche, maiali, polli...) che alleviamo in Italia e che sono cruciali per fare carne, latte, formaggi. Il ministro ha annunciato che farà una norma per vietare la coltivazione di OGM in Italia. La posizione del ministro trasuda disprezzo per la normativa comunitaria (che, ci piaccia o no, è quella che conta), per il contribuente (espone l'Italia all'ennesima infrazione), per la comunità scientifica( a cui è impedito fare prove in campo da 10 anni e che, dopo molti anni, ha ribadito, compatta, la sicurezza dei prodotti transgenici per il consumo e la coltivazione) ed infine per gli agricoltori (a cui impedisce di coltivare le cose che comunque importiamo). Ecco allora alcune domande che vorrei porre a tutti. Può in ministro dire che farà una cosa illegale lasciando che poi i cittadini paghino le conseguenza di un tale atto? E poi chiede l'osservanza della legge ed il pagamento delle tasse? Fino a che punto è possibile mantenere un sistema di menzogna che disprezza la realtà giuridica, scientifica e quella impietosa, della bilancia agroalimentare, sperando solo in un facile consenso? Non è questa una ricetta per il disastro di una nazione?
Io non avrei null'altro da aggiungere.
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