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OGM sì, OGM no, e se i MAS mettessero tutti d’accordo?

Da Gianni

Il dibattito sugli OGM, si sa, non prevede molte adesioni al partito dei moderati: di solito o si è a favore o si è contro. Le posizioni poi sono in genere inconciliabili. Da un lato i favorevoli sottolineano che, grazie alla loro (presunta) resistenza a parassiti e malattie e alla loro alta produttività, gli Organismi Geneticamente Modificati possono avere un ruolo fondamentale nella lotta alla fame e alle carestie, oltre a favorire l’abbandono dell’utilizzo di pesticidi e veleni vari; dall’altro i contrari che denunciano proprio la loro inefficacia nel resistere agli attacchi, presentano studi che proverebbero la loro potenziale pericolosità per la salute degli esseri viventi e soprattutto esprimono forte preoccupazione per l’imprevedibilità delle conseguenze che potrebbero scaturire dall’interazione tra il loro codice genetico e quello degli organismi naturali. Nonostante l’opinione favorevole di buona parte della comunità scientifica e delle ultime decisioni prese in sede europea l’adozione degli OGM non convince gli Stati singoli e molti Paesi tra i quali Austria, Germania, Lussemburgo e la stessa Italia hanno adottato misure restrittive che di fatto rendono impossibile la loro coltivazione. Insomma la controversia è sempre più accesa e fino a oggi tra i due schieramenti sembra impossibile un compromesso. Fino a oggi, perché da un po’ di tempo gli scienziati di diversi Paesi, tra i quali il nostro, stanno sviluppando una tecnica detta Marker Assisted Selection (MAS) che promette di mettere tutti d’accordo.

Praticamente dalle origini dell’agricoltura in poi, all’inizio involontariamente ma col passare del tempo con sempre maggiore coscienza e abilità, l’uomo ha sempre operato una selezione delle piante in base alle loro migliori caratteristiche, via via incrociando, favorendo e migliorando i vegetali presenti in natura e ottenendo il loro miglioramento e il loro potenziamento, assieme allo sconfinato numero di cultivar oggi presenti. Questo processo, antico quanto la civiltà, è del tutto naturale perché sfrutta alcune caratteristiche genetiche delle piante per selezionare le migliori proprietà presenti nel loro DNA.
Ed è proprio emulando questi meccanismi che opera la MAS: la Marker Assisted Selection lavora sul DNA presente nelle piante, ne individua i tratti migliori e li seleziona proprio come l’antica tecnica che conosciamo da sempre soltanto che, a differenza di quest’ultima che richiede tanto tempo, lo fa molto più velocemente. Si ottengono così delle cultivar che assicurano per esempio una maggiore produttività, una potenziata resistenza ai parassiti o un miglioramento delle qualità nutritive e lo fa senza contaminare il DNA delle piante selezionate.

Il vantaggio di questa tecnica sta proprio in questo non secondario aspetto, ovvero quello di ottenere un miglioramento genetico senza aggiungere frammenti di DNA estranei alle piante così come avviene invece con gli OGM, disinnescando così il pericolo di interazione delle piante presenti in natura con il DNA “alieno” degli Organismi Geneticamente Modificati.

La MAS è studiata e sperimentata in molti stati europei tra i quali spiccano Austria, Scozia, Francia, Germania, Paesi Bassi e Regno Unito. Anche il nostro Paese è molto attivo: l’Università Federico II di Napoli, l’Università di Bologna, l’Istituto di Cerealicoltura di Fiorenzuola d’Arda, il Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, l’Università di Catania, l’Università di Torino e l’Istituto sperimentale di frutticoltura di Roma e in diverse sedi CNR si portano avanti da ormai diversi anni una serie di promettenti studi su grano, pomodoro, peperone, melo e susina.

Insomma la tecnica della MAS ha tutte le carte in regola per essere la risposta ecosostenibile ed efficace agli OGM (per approfondire il discorso potete partire dalla pagina dedicata sul sito della Fondazione Diritti Genetici), anche se ha un unico grande difetto che le creerà di sicuro non pochi problemi. Qual è questo difetto? semplice: le piante ottenute con questo metodo non possono essere brevettate…


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