OGM: Ue annulla autorizzazione patata Amflora
Il Tribunale Ue ha annullato le autorizzazioni della Commissione Ue per l'immissione in commercio della patata ogm Amflora della Basf. Secondo la sentenza di Lussemburgo, Bruxelles ha violato le norme procedurali per l'autorizzazione degli Ogm nell'Ue.
La Commissione, sostiene il Tribunale, “non ha sottoposto ai comitati competenti i progetti modificati” delle decisioni sull'ok ad Amflora e nemmeno il parere consolidato del 2009 dell'Efsa, l'Agenzia Ue per la sicurezza alimentare, né quelli minoritari sui rischi per l'uomo e l'ambiente della patata ogm.
La patata transgenica prodotta dalla società Basf plant science sarebbe stata creata per fini industriali e per la coltivazione. Ad impugnare il procedimento nel 2010, sostenendo che la patata potesse comportare rischi per la salute umana e animale, era stata l'Ungheria.
Lo stop alla patata geneticamente modificata e' accolto positivamente da 8 cittadini su 10 (76 per cento) che sono contrari all'utilizzo di organismi geneticamente modificati (Ogm) nell'agricoltura in Italia, dove si e' giustamente fatta la lungimirante scelta di non coltivare biotech. E' quanto afferma la Coldiretti nel commentare positivamente la decisione del Tribunale dell'Unione Europea.
Con questa decisione, nonostante le proprietà miracolistiche propagandate dalle grandi multinazionali che producono ogm, sono rimasti solo cinque su ventisette i paesi (Spagna, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia e Romania) a coltivare Ogm nell' Unione Europea, con appena 129mila ettari di mais transgenico MON810 piantati nel 2012. Si tratta, afferma la Coldiretti, di una percentuale irrisoria della superficie agricola comunitaria pari a molto meno dello 0,001 per cento della superficie totale di 160 milioni di ettari coltivati in Europa, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati ISAAA.
Gli organismi geneticamente modificati (Ogm) in agricoltura – ha concluso la Coldiretti - non pongono solo seri problemi di sicurezza ambientale e alimentare, ma soprattutto perseguono un modello di sviluppo che e' il grande alleato dell'omologazione e il grande nemico della tipicita', della distintivita' e del Made in Italy.