Ogni anno come tradizione,cerco un significato nei riti della settimana santa tarantina.
Ogni anno la stessa domanda,la stessa risposta: un mistero.
Il mistero di non sapere se sia giusto avere una fede da seguire,oppure vederli come un folcloristico appuntamento,e basta.
Poi ci sta il momento della consapevolezza dell’appartenenza a questa città, sentirla dentro e non farne a meno,nonostante essa sia anche l’emblema di tanti fallimenti politici e non.
C’è anche il momento in cui ti domandi se avere fede ti possa salvare,oppure renderti conto che essa,la fede,è un armistizio con i timori dell’uomo sul suo futuro.
Ho fotografato quest’anno contorni della gente,i volti e le loro espressioni,cercando di trovare in loro emozioni pronte a spingermi a pensare che in fondo qualche cosa ci deve essere,non la solita retorica dove bisogna crederci oppure morire senza speranza.
Ho letto che prima di Gesù vi furono molti altri messia,uomini che con la loro dialettica convinsero molti a credere in loro,avere fede appunto in quella figura.
Allora perché lui,quel volto che ho immortalato , mi reca dubbi ma anche speranza,voci di ipotetiche vie dove la religione inizia ad avere un senso rimettendo in gioco secolari dubbi.
In molti hanno trovato speranza in questo,in molti hanno perso invece la via della speranza stessa cadendo nel più grande dubbio della vita,la morte stessa.
Ho raccolto un poco di foto a questo link, se vi va date un’occhiata.
Ecco il link:https://arallagianlucafoto.wordpress.com/2015/04/04/sguardi-nella-fede/