Stilare la “top ten” delle tombe del Cimitero monumentale di Milano non è stata un’impresa semplice: allora, come fautrice dell’idea che in questo Museo a cielo aperto ogni sepoltura sia degna di nota, ho optato per una selezione dei miei monumenti preferiti, i meno conosciuti e popolari… Lascio pertanto ai canonici percorsi guidati la descrizione delle tombe più famose, come l’immancabile edicola Campari e la sua “Ultima cena” o il sarcofago del Manzoni nel famedio, e vi porto altrove.
Monumento Maria Beruccini, Reparto IX
«Non dire ad alcuno perché sono morta» recita un’epigrafe sul fianco. Numerose sono le leggende legate a questa tomba, tra cui quella che vuole che la giovane donna sia morta suicida per amore all’età di 24 anni. Maria si è portata nell’aldilà il suo segreto, ma la bellezza e l’erotismo del suo corpo esanime continuano ad ammaliare gli osservatori furtivi di questa splendida scultura nascosta tra il verde dei viali alberati.
Monumento Ulisse Merini, Reparto IV
Quella di Ulisse Merini è forse la tomba che preferisco, anche per la mia passione per il mondo animale. Si tratta della sepoltura di un benefattore che lasciò i propri averi in donazione a centri di aiuto infantile di Milano e provincia. Un coro e un concerto di bimbi ne onorano la memoria. Dalla tomba emergono i temi dell’amore per l’infanzia e l’inclinazione verso la natura e gli animali, come si può ad esempio vedere sulla destra, osservando la dolcezza del bimbo che abbraccia un cane.
Monumento Gaby Angelini, Reparto XVII
«Lo spirito dell’ardimento eroico si eleva al cielo e in gloria vi risalì. Aviatrice, cielo d’Africa.1932». La slanciata figura in bronzo, eseguita dallo scultore Giuseppe Enrini ricorda Gabriella Angelini, in arte “Gaby”, una delle prime aviatrici di sesso femminile, che morì tragicamente in un incidente aereo durante il Ventennio. L’artista intrerpreta in chiave “aviatoria” e futurista il tema dell’anima che abbandona il corpo e si eleva verso il cielo.
Monumento Teresa Magliavacca Butti, Reparto IV
Nascosta dietro le imponenti edicole del Viale centrale, è la tomba di Teresa Magliavacca Butti, moglie dello scultore varesino Enrico Butti. Nella piccola struttura che rimanda alle edicole votive presenti lungo le vie di campagna, vengono raffigurati i chiostri della Certosa di Pavia, realizzati con una strepitosa tridimensionalità. Provate a fotografare la tomba e chiedete a qualcuno di che luogo si tratta… Molto probabilmente penserà di trovarsi davanti a un chiostro vero e non alla foto di un pannello di bronzo!
Monumento Chiodi Daelli, Reparto I
L’edicola è soprannominata la “piccola Duomo” per le sorprendente somiglianza col monumento simbolo di Milano. Il riferimento è esplicitamente evocato dai pinnacoli, dagli archetti pensili e dalle statue che decorano la struttura in marmo di Candoglia, lo stesso materiale impiegato per il Duomo. Manca però una dettaglio importante… la “Madunina”!
Edicola Dell’acqua, Necropoli
Passando davanti a questa edicola non potreste di certo immaginare il tesoro celato all’interno: una stele funeraria neoclassica eseguita nel 1817 da uno dei più grandi scultori italiani: niente meno che Antonio Canova. L’edifico è opera di Carlo Maciachini, autore del progetto dell’intero Cimitero Monumentale.
Edicola Motta, Reparto XVIII
Un “panettone gigante” per il “re dei panettoni”, proprio lui. L’edicola di Angelo Motta, fondatore della nota azienda milanese di dolciumi, sembra proprio raffigurare il tipico dolce natalizio meneghino. Una struttura che rimanda anche all’archetipo antico del “tholos”, edificio di origine preistorica, arricchito da sei statue di santi eseguite dal noto scultore Giacomo Manzù.
Monumento Ambrogio Binda, Galleria G, Ponente Superiore
Quella di Ambrogio Binda è la tomba di un industriale milanese, che nel 1855 creò la cartiera omonima. Le tombe rimandano spesso alla storia del defunto, ma possono anche rivelarci molti dati di carattere etnografico e sociale. Oltre alla raffigurazione a bassorilievo dell’industriale, attorniato dagli operai riconoscenti secondo la tipica iconografia del paternalismo industriale ottocentesco, spicca la raffinatezza degli abiti di Ambrogio, la statua che sovrasta la struttura. Paltot imbottito, panciotto con tanto di bottoni decorati e cordino dell’orologio che esce dal taschino: sembra di trovarci davanti a un manichino in uno show rom di moda d’antan.
Monumento Zaira Brivio, Reparto I
Avete presente le foto post mortem del celebre film “The Others” con Nicole Kidman? Ebbene, questa sepoltura mi ricorda proprio quel film: la giovane Zaira adagiata sul letto di morte è ritratta col volto e il corpo distrutti dall’agonia, con un inquietante rimando alla fotografia post mortem collocata ai piedi del letto. Un angelo partecipa al dolore per questa morte prematura. Da notare il fumo della candela modellato in granito che si eleva in cielo assieme all’anima della giovane.
Edicola Bernocchi, Necropoli
Questa è senza dubbio una delle edicole più famose del Monumentale (concedeteme almeno una!). Si innalza superba nella necropoli, dietro l’ossario centrale. Eseguita dall’architetto Alessandro Minali e dal celebre scultore Giannino Castiglioni, raffigura le tappe della Via Crucis, che si dispiegano su una sorta di nastro continuo che avvolge la sagoma a tronco di cono della struttura. Comprende 100 statue eseguite a tutto tondo… Alcune voci tramandano che Castiglioni abbia raffigurato Giuda con le fattezze di un altro celebre scultore milanese dell’epoca suo antagonista. Chissà!
Dal 2010, quando ho iniziato il Servizio civile al Monumentale di Milano mi sono sentita etichettare con nomignoli strani: chi sono in realtà? Una storica dell’arte amante dell’arte funararia, della storia e delle leggende che i cimiteri tramandano a chi è in grado di sentirne la voce. Oltre a collaborare con diverse Associazioni culturali (anche legate a cimiteri) ho in cantiere alcuni studi e pubblicazioni nel settore. Se volete seguirmi potete farlo sul mio blog o sulle pagine Facebook Percorsi d’arte Funeraria e Cimitero Monumentale di Milano: un museo a cielo aperto.