Noi oggi fatichiamo a immaginarlo, abituati a costruzioni realizzate con materiali di ogni tipo, ma quando incominciò a salire e a prendere forma, questo Duomo doveva apparire come un Ufo atterrato nel mezzo della pianura padana. Osservate bene di cosa è costruito e guardatevi attorno. Marmo (rosa per la precisione). Ma lì in giro per chilometri e chilometri non c’è una montagna, non una cava. E infatti il materiale per eccellenza dell’architettura di pianura è il “cotto”, ossia il mattone, fabbricato con l’argilla. Di pietra, costosissima, si ricoprivano facciate, non certo edifici interi, e di questa dimensione!
La costruzione del Duomo di Milano è dunque una sfida, la dimostrazione della capacità di una città di superare i propri limiti. Per far questo furono costruite vie d’acqua (i famosi “navigli”) che dal Lago Maggiore consentissero il trasporto del marmo fino al cantiere: canali che per secoli hanno caratterizzato la forma e il funzionamento della città. Non stupisce che ci siano voluti più di cinquecento anni per terminare questa cattedrale. Ancora oggi i milanesi quando una faccenda è tanto lunga che pare non finire mai, dicono che «la par la fàbrica del Dòmm»...
Il Duomo di Milano è stato concepito per suscitare ammirazione e meraviglia. Così alto, aguzzo e bianco, doveva sembrare una montagna spuntata al centro della pianura. I viaggiatori del passato raccontano come dava il meglio di sé nelle notti di luna piena, quando la superficie del marmo diventava d’argento e brillava come un’apparizione da un’altra dimensione. Oggi l’illuminazione artificiale ci ha tolto la possibilità di rivivere quell'emozione.
Ma la meraviglia e lo stupore restano intatti.
Quell'Ufo nel centro mette in moto Milano, da Popotus del 4 settembre 2014