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Oh, anch'io sai?

Da Seavessi
C'era una volta una giovane e sprovveduta, e sì in effetti abbastanza svampita Seavessi con la panza. La panza conteneva quella che sarebbe diventata l'Infanta, ma che per il momento palesava la sua esistenza tirando calci, facendo venire mal di stomaco e impedendo a Seavessi di avvicinarsi a meno di 700 metri di distanza da qualunque tipo di pesce, foss'anche in un acquario.
La giovane, che già allora dava prova di raro acume, s'era sfrantecate le ball ulteriormente intorpidita il cervello per mesi, riempiendosi l'arioso vuoto intracranico di consigliatissime letture su parti orgasmici (sì, esisteranno, immagino che siano fenomeni collegati alle scie chimiche), gioie dell'allattamento fino all'età da marito e simili amenità.
Qualcuno qui avrà già mangiato la foglia (NAZARENO? COSA HAI MESSO SU FOGLIAHHH??? FAI RIFLETTI NAZARENOOOH) e conoscerà il seguito, cioè che l'Infanta è nata con un cesareo d'urgenza, il latte non è mai arrivato manco con l'SDA, e la sua svampita genitrice ha pianto finché la pupa non ha smesso di essere sottopeso, cioè per circa undici mesi e mezzo, dandosi colpe che andavano dal "non ho latte perché quando ero incinta mi sono sfondata di chinotto e mettevo la paprika anche nel caffè" al "non vuole addormentarsi in braccio perchè mi odia che non l'ho allattata" al "per via di questi mesi di sottopeso andrà ad Amici e la butteranno fuori prima del serale".
E va beh, storia nota.
Negli anni successivi, quando si avvicinava il compleanno dell'Infanta, Seavessi andava giù di morale come un piombino da pesca, e dava la colpa ai primi caldi alle prime zanzare ai WE singlemode che di primavera diventano macigni.
Finché, al secondo compleanno, la saggia Collegamica beccò Seavessi in bagno col magone, e le disse Oh sai, anch'io. Per un bel po' di anni. Arrivava il compleanno del mio primo figlio e io piangevo come una scema. Ma capita sai? Non è strano, con gli anni passa. Anch'io.
Così, quest'anno, Seavessi, il cui acume non è granchè aumentato negli anni, ci stava ricascando, a dare la colpa ai pollini agli acciacchi che non la mollano da gennaio, alla mancata gita dalla Caterina e alla società di selezione che emette perle tipo _oh, vorrebbero una che fa quel che sai fare tu, ma con meno di 29 anni, categoria protetta, in mobilità e che sappia anche spagnolo e tedesco.
E invece no, è quel magone lì, quel senso di impotenza che non arriva da nessun luogo preciso ma si blocca a metà gola, magone incompiuto, residuo velenoso di lacrime vecchie.  Sta arrivando in gran pompa.
Ma anche quest'anno, passerà. Lo uccideremo a botte di brachetto e B.C.
Però, memore di quanto le avesse fatto bene sentire quell'Anch'io, se mai là fuori ci fosse qualcuno con lo stesso magone incompiuto, Seavessi vorrebbe offrire il proprio.
Anch'io. Capita. Ma poi passa.

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