Quando la dottoressa mi ha confermato la diagnosi di fibromialgia a parte un po' di sano giramento di maroni (minuscolo) la prima cosa che ho
Fortunatamente c'è stato un disguido col prontuario farmaceutico e quindi l'unica molecola che farebbe al mio caso momentaneamente non è in commercio. La dottoressa mi ha chiesto scherzando se ho combinato qualcosa ed ammetto che arriverei sì a tanto, ma ahinoi non ne ho il potere.
Invece ci sono molte cose che si possono fare per migliorarsi la qualità della vita quando si è stati baciati da tale fortuna, come vi raccontavo nei post precedenti.Per ora non vi tedierò con il mio personale protocollo e col piano di battaglia.
Ma uno dei consigli che mi è stato dato dalla reumatologa è di bere il Roiboos, noto anche come tè rosso, nonostante non sia un tè, ma un infuso.Ho fatto un po' di ricerche (nulla che non possiate agevolmente scoprire anche voi googlando) ed ho scoperto che ha infiniti poteri oltre ad una serie di caratteristiche che lo rendono un toccasana.Innanzitutto ha un basso contenuto di acido ossalico e quindi non sovraccarica i reni come accade con i vari tipi di the o infusi.E' ricco di zinco, magnesio, potassio, calcio, fosforo, ferro, fluoro.
Ha proprietà antiallergiche, antiossidanti, antivirali, antibatteriche e può essere consumato anche dai bambini, persino neonati per combattere le coliche.
Oltre a berlo, lo si può utilizzare per impacchi decongestionanti (ad esempio per gli occhi) per la pelle o per i capelli.
La pianta di cui si usano le foglie cresce solo nella regione africana del Cederberg.
La cosa sorprendente è che è anche molto buono, così al naturale.Ne ho acquistata in erboristeria una miscela con un po' di sambuco ed ha un gusto proprio piacevole.
Ma la cosa che mi piace di più è che è classificata come una bevanda adattogena, ovvero capace di svolgere il servizio necessario al corpo in quel momento.Insomma, una bevanda intelligente, proprio quello che ci voleva.
(Ah, sì, non ho spiegato il titolo, adesso a casa noi lo si chiama The Ohibo, era l'unica assonanza che me lo faceva ricordare).