Ricordate il primo bacio? Quello al sapore di pesce morto in bocca, sì.
Quanti tra voi l’hanno dato a scuola, magari durante un’occupazione? Noi adolescenti degli anni ’90, che varammo la stagione ancora in voga delle okkupazioni, a ridosso di Natale torniamo con la memoria quei tempi.
Fa piacere vedere di avere fatto – letteralmente – scuola e che le scuole ancora si okkupino.
E vedere che c’è chi borbotta e chi si lamenta che le okkupazioni non si fanno e – peggio ancora! – vedere crumiri quindicenni che rivendicano il loro diritto ad avere la lezione quotidiana non turba troppo.
Perché peggio per loro non aver capito che quello delle okkupazioni è un necessario rito di passaggio dall’età infantile all’età adolescenziale. Va di lusso, eh! Fino a non troppo tempo fa questo rito consisteva che a un certo punto ti prendevano e ti sbattevano nel bosco tutto solo: se sopravvivevi ed eri in grado di tornare tutto intero, eri un promosso a “uomo”, se non tornavi pazienza.
Ora, è troppo pensare che il rito dell’okkupazione sia il discrimine necessario tra l’essere bambino e l’essere uomo. Spesso è così, ma più frequentemente di mezzo c’è quella lunghissima fase adolescenziale che per tanti non termina mai.
Ma l’okkupazione fa assaporare la promiscuità, e la promiscuità è necessaria.
E’ un modo per conoscere se stessi, il proprio corpo, i propri desideri, le proprie passioni e avere intimità con i coetanei. Rompere l’innocenza senza la violenza del vis-a-vis, sempre spingersi troppo in là.
I ragazzi saltano più di un mese di scuola? Vivaddio, vogliamo dire che sia davvero necessario che i ragazzi stiano a scuola quasi nove mesi l’anno?
La scuola non serve a erogare nozioni da imparare a memoria, ma sviluppare senso critico, metodo e il rigore di andare ogni giorno alla stessa ora in un posto. Cose che le okkupazioni sostengono eccome. Anzi, a scuola ci si va pure con più piacere!
Una precisazione necessaria: non è che le scuole okkupate siano dei postriboli. Spegnete la televisione e ricordate che i casi di cronaca di prostituzione tra ragazzini sono casi isolati.
Per dire: io durante le mie okkupazioni ho imparato una cosa bellissima che non dimenticherà mai, e che non c’entra nulla col sesso. Ho imparato a memoria il proemio dell’Odissea, in greco classico.
Perché lo cantavamo alla sera mentre Giovanni suonava la chitarra…
ἄνδρα μοι ἔννεπε, μοῦσα, πολύτροπον, ὃς μάλα πολλὰ
πλάγχθη, ἐπεὶ Τροίης ἱερὸν πτολίεθρον ἔπερσεν·
πολλῶν δ᾽ ἀνθρώπων ἴδεν ἄστεα καὶ νόον ἔγνω,
πολλὰ δ᾽ ὅ γ᾽ ἐν πόντῳ πάθεν ἄλγεα ὃν κατὰ θυμόν,
ἀρνύμενος ἥν τε ψυχὴν καὶ νόστον ἑταίρων.
ἀλλ᾽ οὐδ᾽ ὣς ἑτάρους ἐρρύσατο, ἱέμενός περ·
αὐτῶν γὰρ σφετέρῃσιν ἀτασθαλίῃσιν ὄλοντο,
νήπιοι, οἳ κατὰ βοῦς Ὑπερίονος Ἠελίοιο
ἤσθιον· αὐτὰρ ὁ τοῖσιν ἀφείλετο νόστιμον ἦμαρ.
τῶν ἁμόθεν γε, θεά, θύγατερ Διός, εἰπὲ καὶ ἡμῖν.
ἔνθ᾽ ἄλλοι μὲν πάντες, ὅσοι φύγον αἰπὺν ὄλεθρον,
οἴκοι ἔσαν, πόλεμόν τε πεφευγότες ἠδὲ θάλασσαν·
τὸν δ᾽ οἶον νόστου κεχρημένον ἠδὲ γυναικὸς
νύμφη πότνι᾽ ἔρυκε Καλυψὼ δῖα θεάων
ἐν σπέσσι γλαφυροῖσι, λιλαιομένη πόσιν εἶναι.
ἀλλ᾽ ὅτε δὴ ἔτος ἦλθε περιπλομένων ἐνιαυτῶν,
τῷ οἱ ἐπεκλώσαντο θεοὶ οἶκόνδε νέεσθαι
εἰς Ἰθάκην, οὐδ᾽ ἔνθα πεφυγμένος ἦεν ἀέθλων
καὶ μετὰ οἷσι φίλοισι. θεοὶ δ᾽ ἐλέαιρον ἅπαντεςόσφι Ποσειδάωνος· ὁ δ᾽ ἀσπερχὲς μενέαινεν
ἀντιθέῳ Ὀδυσῆι πάρος ἣν γαῖαν ἱκέσθαι…