Le Olimpiadi a Roma del 1960
Nonostante la scia di sprechi, di opere inutili o incompiute e di sconquassi economici lasciata dai Mondiali di Calcio e di Nuoto [1] a Roma e dalle Olimpiadi invernali di Torino [2]. Nonostante vari studi effettuati – tra cui quello di Goldman Sachs sugli effetti dei Giochi Olimpici sull’economia britannica [3] - abbiano appurato che , negli ultimi vent’anni, questi “eventi”, presentati come opportunità di rigenerazione per la città che li ospita, finiscano col diventare uno spreco di risorse pubbliche e un ottimo
La Vela di Calatrava a Tor Vergata che avrebbe dovuto essere terminata per i Mondilai di nuoto del 2009
affare solo per le speculazioni private [4]. Nonostante la bocciatura del governo Monti, nel febbraio 2012, della candidatura olimpica della Capitale promossa da Alemanno, con la motivazione che “Non ci sentiamo di prendere un impegno finanziario che potrebbe gravare in misura imprevedibile sull’Italia nei prossimi anni» e che non “sarebbe coerente impegnare l’Italia” in una operazione che “potrebbe mettere a rischio i denari dei contribuenti“[5]. Nonostante solo un mese fa il neo Sindaco Marino avesse smorzato gli entusiasmi del Presidente del Coni Malagò che aveva rilanciato l’ipotesi della candidatura olimpica [6].
Il Presidente del Consiglio Enrico Letta, d’accordo con il Sindaco di Roma Marino e il Sindaco di Milano Pisapia, ha riaperto il capitolo “Olimpiadi”, seppure per il 2024 [7].
Capitolo inaugurato nell’era Alemanno, con la creazione di un Comitato organizzatore di Roma 2020, di cui era Presidente onorario Gianni Letta e per cui era stato nominato addirittura un assessore “ad hoc”, l’assessore agli eventi speciali Rosella Sensi[8], che, secondo quanto calcolato dal sito di informazione “Lettera 43″, era già profumatamente costato ai contribuenti ancora prima del decollo[9].
A questo punto, visti i precedenti, prima di avanzare candidature, sarebbe quantomeno necessario ripristinare la supremazia dell’interesse pubblico nella Capitale e fare un’attenta valutazione di costi e benefici per l’intera collettività, per non rischiare che le Olimpiadi diventino l’ennesimo grimaldello per aggirare le regole con commissari e leggi speciali e per sversare altri milioni di metri cubi di cemento nella città e nell’ Agro romano. E soprattutto per non aggiungere un nuovo devastante capitolo nella storia della corruzione della Capitale [10].
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[1] Sui Mondiali di nuoto a Roma si veda il libro “Sciacalli” di Corrado Zunino, Editori Riuniti
[2]“…Un esempio italiano lo abbiamo dalle Olimpiadi invernali di Torino 2006 con la pista da bob di Cesana, i trampolini di Pragelato e lo stadio di Sauze d’Oulx, tutte strutture costate moltissimo, ma rimaste inutilizzate. O i 400 milioni spesi per i Mondiali di nuoto 2009 a Roma, molti dei quali per la costruzione della Città dello sport a Tor Vergata, i cui costi inizialmente stimati in 65 milioni sono poi lievitati oltre i 600: senza che l’impianto sia mai stato completato…” [9 settembre 2013 Il Fatto quotidiano Olimpiadi 2024, Roma di nuovo candidata.]
[3] scarica lo studio Goldman Sachs del luglio 2012 sugli effetti delle Olimpiadi sull’economia britannica The Olympics and Economics 2012
[4] 05.02.2012 Eddyburg Il fallimento delle Olimpiadi nel segno del privato di Anna Minton Titolo originale: The whole economics of the Olympics project have failed absolutely – Scelto e tradotto da Fabrizio Bottini La studiosa dei disastri della privatizzazione dello spazio sul tema delle economie da Evento, con notizie al limite dell’incredibile. The Independent, 2 febbraio 2012
14 febbraio 2012 Il Fatto Quotidiano Le Olimpiadi moderne, da Barcellona ’92a Pechino 2008 un affare solo sulla carta Secondo uno studio della East London University, i Giochi della quarta fase dell’era moderna sono presentati come opportunità di rigenerazione per la città che li ospita, ma finiscono col diventare uno spreco di risorse pubbliche e un ottimo affare solo per le speculazioni private di Luca Pisapia
AFFARI EUROPEI 19/07/12 Olimpiadi di Londra: opportunità o fallimento economico?
[7] 9 settembre 2013 Il Fatto quotidiano Olimpiadi 2024, Roma di nuovo candidata. “Nessuno scontro con Milano”
Da Cernobbio il premier Enrico Letta ha lanciato l’idea. D’accordo il sindaco della Capitale Ignazio Marino e quello di Milano Giuliano Pisapia. “L’assegnazione passa per la sinergia tra le due città”. Il riferimento è a quanto detto dall’assessore regionale allo Sport Rossi che aveva proposto il capoluogo lombardo: “Con le strutture di Expo avremmo più chance” di Luca Pisapia
Il Comunicato del Sindaco Marino: MARINO: OLIMPIADI, UN’OPPORTUNITA’ PER ROMA
“L’assegnazione a Tokyo, a cui vanno i nostri migliori auguri, delle Olimpiadi del 2020 apre importanti scenari strategici per il futuro di Roma. Ci sono le condizioni per candidare Roma ad ospitare le Olimpiadi del 2024, poiché la città possiede i requisiti necessari. Chiederò presto un incontro al Presidente del Consiglio Enrico Letta e al Presidente del Coni Giovanni Malagò, che ho già chiamato al telefono a Buenos Aires.
Ci sono tante valutazioni che dobbiamo fare insieme, tenendo però presente che la candidatura di Roma rappresenta una straordinaria opportunità di crescita economica per la città. L’organizzazione delle Olimpiadi costituirebbe un’ulteriore occasione di recuperare il ruolo internazionale che si addice a Roma e si appoggia su una base considerevole di impianti sportivi già esistenti.”Lo dichiara in una nota il sindaco di Roma Ignazio Marino.
Roma, 8 settembre 2013
[9] 16 febbraio 2012 Lettera 43 Roma, sprechi olimpici Nonostante il no alla candidatura, bruciato 1 milione di euro. di Ulisse Spinnato Vega
[10] 9 settembre 2013. IL Fatto Quotidiano No Olimpiadi, no grandi eventi. All’Italia servono le piccole manutenzioni di Antonello Caporale …Con i grandi eventi l’Italia ha sempre perso la faccia, ogni dignità, e bustone di soldi. Ogni grande evento è stata una grande occasione per alimentare un circuito di clientele, saccheggiare le casse pubbliche, garantire abbuffate orizzontali. Abbiamo scelto di inondare di cemento Milano, città già inghiottita dalle ruspe, per l’Expo – prossima sventura che costa qualche miliardo (sei, sette’) – dimenticando che altri erano i luoghi (per esempio Taranto) per esporre al mondo i nostri saperi, le nostre competenze e anche la nostra responsabilità di salvare con una grande bonifica una città divisa tra il lavoro e la morte.