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Olimpiadi di sochi 2014: le pagelle premiano bjorndalen

Creato il 24 febbraio 2014 da Postpopuli @PostPopuli

di Alessandro Nobile

La fiamma olimpica è stata spenta e su Sochi 2014 cala il sipario. In questa sede cerchiamo di analizzare gli up&down dei giochi olimpici in terra russa che si sono chiusi da poco; alcuni atleti hanno scritto nuove pagine di storia, altri hanno tremendamente deluso le aspettative. Pagelle, dunque.

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Ole Einar Bjorndalen – da it.eurosport.yahoo.com

Ole Einar Bjorndalen 10. Ole entra nella leggenda: infatti a 40 anni con le due medaglie conquistate a Sochi (oro sprint e oro nella staffetta mista) diventa l’atleta più titolato nella storia dei Giochi Olimpici invernali superando il connazionale Bjorn Daehlie. Leggenda.

Darya Domracheva 9.5. Darya con tre ori olimpici (inseguimento, mass start e individuale) ha coronato una grande stagione. E’ biathleta fortissima sugli sci ma che a volte pasticcia al poligono mentre in questa competizione non ha sbagliato nulla e le medaglie ne sono la conferma. Perfetta.

Martin Fourcade 9. Il francese sta dominando la stagione e i transalpini riponevano molte aspettative su di lui; non ha tradito, vincendo ben tre medaglie (due ori nell’inseguimento e nell’individuale e l’argento nella mass start), ed entra nella storia di questa disciplina. Conferma.

Arianna Fontana 8.5. La valtellinese arrivava da due bronzi tra Torino e Vancouver e doveva confermarsi, consapevole che non sarebbe stato facile; è riuscita a stupire tutti vincendo tre medaglie (argento 500m, bronzo in staffetta e 1500m), aveva la possibilità di conquistarne una quarta nei 1000m però è uscita ai quarti in seguito ad una caduta. Campionessa.

Armin Zoeggeler 8. Alla veneranda età di 40 il carabiniere di Merano entra nella storia a cinque cerchi conquistando la sesta medaglia in sei edizioni consecutive, da Lillehammer ’94 a Sochi 2014; in Russia conquista un bronzo dietro a Felix Loch e l’idolo di casa Albert Demchenko. Lodevole.

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Christof Innerhofer – da altoadigesport.it

Christof Innerhofer 9. Lo sciatore di Brunico ha vissuto un vero e proprio sogno facendo esultare milioni di italiani; durante la stagione non era andato a tutta, ha tenuto i missili in canna per la competizione olimpica. Un argento in discesa e un bronzo in combinata (la medaglia più bella, essendo insperata) sono risultati di prestigio. Cinico.

Aleksandr Zubkov 7.5. Anche lui a 40 anni ha fatto un’impresa vincendo due ori, nel bob a 2 e in quello a 4; non era il più gettonato, ma non ha perdonato. Semi-sorpresa.

Petter Northug 5. Il norvegese non ha brillato per tutta la stagione, però si sa, l’Olimpiade è una cosa a parte e molte volte si trovano nuovi stimoli, cosa non successa al buon Petter. Nelle gare disputate bluffa per disorientare gli avversari ma quando il traguardo si avvicina finisce la benzina. Fuori forma.

Kamil Stoch 8. Il polacco ha dominato la stagione del trampolino  riuscendo ad issarsi in prima posizione nella classifica generale di Coppa del Mondo. Nell’appuntamento olimpico non tradisce le attese e fa sue entrambe le gare individuali: non male. Campione.

Noriaki Kasai 7.5. Il 42enne giapponese sta riscrivendo tutte le pagine del salto con gli sci: dopo essere diventato il più anziano saltatore a vincere in Coppa del Mondo, riesce a vincere due medaglie all’Olimpiade russa (argento nel trampolino lungo e bronzo nella prova a squadre). Giovane dentro.

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Marit Bjorgen – da it.eurosport.yahoo.com

Marit Bjorgen 7. Marit è la fondista più vincente di sempre, vantando 97 all-inclusive vittorie in carriera. A Sochi era alla prova del nove e non si è fatta pregare due volte riuscendo a vincere 3 ori (skiathlon, 30 km, sprint a squadre). Campionessa.

Lukas Mathies 4. Lo snowboarder austriaco era uno dei più attesi in slalom ma forse complice il pendio non adatto a lui o le non buone sensazioni non ha portato a casa nessun risultato (fuori nelle qualifiche del PGS e poi quinto in PSL ). Niente conferma.

Sarah Takanashi 5. Quella della piccola saltatrice giapponese è stata forse la delusione più grande di questa competizione poiché aveva dominato la stagione vincendo quasi tutte le gare (17/19). Nella gara individuale femminile di Sochi si è dovuta invece accontentare di un quarto posto. Delusione.

Russia Hockey 4. Il presidente Putin aveva puntato molto sulle due squadre di hockey, sia al maschile che al femminile, ma è stata una tremenda delusione poiché entrambe sono uscite ai quarti di finale e sono state costrette a guardare le semifinali e le finali dal divano di casa. Sorpresa negativa.

Evgeni Plushenko 5. Il pattinatore russo si merita una riflessione poiché prima ha trascinato all’oro la sua squadra nel Team Event, poi si è ritirato nella fase di riscaldamento della gara individuale. Molti pensano ad una scelta studiata per non incappare in una brutta figura mettendosi a confronto con i mostri sacri della disciplina, ma non convince anche perché vedendo il risultato finale sul podio poteva sicuramente arrivarci. Mistero.

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