OLIO ESAUSTO DI FRITTURA CHE FARNE? Le soluzioni proposte iniziano ad essere tante. Dopo l’idea di utilizzarlo come carburante per alimentare gli aerei, l’ultima trovata viene da Haifang Wen, professore di Ingegneria Civile della Washington State University, che ha ideato una tecnologia per produrre l’asfalto utilizzando proprio tali scarti della cucina.Sostituire al petrolio greggio usato tradizionalmente per la copertura del manto stradale con il rifiuto per eccellenza delle cucine: il risultato è stato un bioasfalto sostenibile che secondo il suo ideatore non ha nulla da invidiare al suo lontano parente a base di petrolio.Meno petrolio da utilizzare e un nuovo modo per smaltire un rifiuto “ingombrante” come l’olio della frittura: vantaggi duplici dall’idea del prof. Wen, che è più vicina alla realtà di quanto si possa immaginare. Nel prossimo futuro, gli automobilisti di Washington potrebbero essere i primi a guidare su strade e autostrade pavimentate con asfalto a base di olio da cucina. “Stiamo valutando di fare una prova su strada entro l’estate del 2014, probabilmente per almeno un quarto di miglio (circa 400 metri, NdR)”, ha detto Wen.
DI FRONTE AI PREZZI CRESCENTI DEL PETROLIO, alle nuove normative ambientali e ai cambiamenti nel processo di raffinazione del greggio, l’asfalto sta diventando sempre di più una merce rara e costosa. Realizzato dal residuo lasciato dalla produzione di benzina, plastica e altri materiali, l’asfalto costa ancora 700-800 dollari per tonnellata (€ 509-582), secondo le stime del Prof. Wen: “Ogni anno negli Stati Unit , usiamo circa 30 milioni di tonnellate di asfalto per le strade”.Secondo l’esperto, nell’ultimo decennio l’industria dell’asfalto verde ha iniziato a dare i suoi frutti. È accaduto in Iowa, dove un team di scienziati ha creato un bioasfalto a base di mais e dal residuo rimasto dopo la produzione di etanolo. In North Carolina, ha avuto la stessa sorte il letame di origine suina.Il legante bituminoso, ossia il collante appiccicoso che tiene pietrisco e sabbia per formare la pavimentazione, rappresenta solo circa il cinque per cento dell’asfalto finale, che viene distribuito dal rullo compressore creando nuove corsie e viali.Dopo quattro anni di lavoro insieme ad un chimico e “regolando la ricetta,” Wen è finalmente riuscito a creare il suo asfalto verde, pari a quello prodotto col petrolio. E la sua attività è stata seguita con interesse dalle agenzie stradali federali e statali.
Almeno negli Usa, l’asfalto potrebbe davvero essere green.
*Francesca Mancuso
>Fonte<
Redatto da Pjmanc http:/ ilfattaccio.org