Dall'aereo, sul cielo del Perù
Si, la scrittura è il mio pane quotidiano, ma non sono qui come periodista! Rispondo a un signore che mi regala un gran sorriso quasi senza denti, la pelle caffè e gli occhi color cielo (quello azzurro, non quello grigio di Lima): io ho i miei soliti taccuino e penna in mano, mio marito la macchina fotografica con uno zoom da fare invidia a un paparazzo. Spiego al signore che siamo solo turisti e non possiamo pubblicare la sua testimonianza contro i "malditos del gubierno" a cui vorrebbe dirne quattro. Lui abbassa la testa ma mantiene il sorriso e se ne va dando le spalle al palazzo del governo in Plaza de Armas.Poco tempo per visitare la capital, avvolta nel grigio smog (la garúa, la fitta nebbia bianca che di solito copre Lima, sarebbe stata molto più fitta: pare che a ottobre si sia ormai dissolta).Palazzi decadenti, manifestazioni per la riforma costituzionale, alla radio un programma sul "nuevo rostro de un Perú que avanza".Cucina limeña, tra causas vegetariane, yuccas fritte e ceviche (pesce per mio marito), fosforescente inca kola che sa di sciroppo e ricca cerveza cusqueña.Solo il tempo di un respiro (yogico), trattenuto per tutta la camminata sul puente de los suspiros nel quartiere Barranco come vuole la tradizione, e di una canzone di Chabuca Granda. Poi l'autobus per Paracas, il primo di una lunga serie, per vedere le Islas Ballestas: i pinguini ci sono davvero, insieme a leoni marini, delfini, cormorani, meduse giganti e macchie arancioni (noi turisti inviluppati nei giubbotti di salvataggio sulle barche).In viaggio per terra, per mare e per aria: abbiamo preso un altro autobus per Nazca e domani si vola sulle misteriose linee. A modo nostro, turisti sì ma non troppo, imprimiamo questo Perù negli occhi, ingoiandone magia e realtà.Non sono una giornalista peruviana, al massimo una a cui piace assaggiare, esplorare e scegliere le parole curando la punteggiatura. Però scriverei volentieri di questi volti abbrustoliti, di questa gente sorridente e piena di musica nel cuore e nelle cellule. Di questo popolo contento e scontento, di questa Lima pressata dalla nebbia, i politicanti, le dominazioni, la corruzione, la povertà.Lima ha un nuovo volto, dice la radio. Il tassista della nuova generazione sorride e ci chiede quanti siamo in Italia e quanto è grande la Città del Vaticano.
Cambiano gli ingredienti, il clima, il fuso, i colori. Ma le parole attraversano la nebbia, tanto quanto i sorrisi.
Causa vegetariana
Yucca fritta