Ne parlano tutti, anche i non iscritti ai Partiti del fenomeno “Primarie”, non è la prima volta, ma rispetto al solito saranno primarie con più possibilità di scelta, sia dai tempi dell’Unione sia dal primo PD, infatti i nomi sono tanti a partire da: Bersani, Renzi, Vendola, Tabacci, Puppato, Nencini, Civati e Valdo Spini, quest’ultimo socialista ex ds, non riconosciuto dalla segreteria PSI e dal suo portavoce Di Lello, poiché rappresentante di una cultura più radicale della Sinistra.
Interessante sarebbe approfondire in due righe la piccola realtà del Partito Socialista Italiano, il quale al suo interno ha avuto un lungo dibattito su quale dovesse essere la posizione politica del PSI, a sinistra del PD o a Sinistra dell’Udc, (fra Pd e Udc); dal dibattito è uscito fuori che si collocheranno fra Pd e Udc, riportando in auge quella cultura riformista che li ha sempre caratterizzati, molto simile a quella Bersaniana, ma di origine diversa, forse più “antica” (Turati). Il PSI candiderà Nencini scelto dal 53% dell’assemblea contro il 32% a favore di Bersani, figura molto apprezzata dal Partito Socialista. Il segretario Nencini ha dichiarato in maniera responsabile di voler approfondire la questione (“si appoggia Bersani o Nencini?”) con i vertici del PSE e presto sapremo l’esito. E’ uno scenario, quello delle Primarie del CentroSinistra, molto accattivante, per la varietà dei candidati e delle idee, si va dal neo-liberalismo Renziano, condito a volte da un sentimento di ribalta verso quelle che sono le vecchie leadership (mondo nel quale rientrerebbe anche Civati), al Riformismo Moderato di Bersani e Nencini, (non si caschi nel tranello centrista, moderato=coraggioso con stile e serietà), alla sinistra Vendoliana intenta a ricostruire una credibilità di quella sinistra spazzata via dai massimalismi di Diliberto, Ferrero e Ferrando. Proprio in questi giorni c’era un nodo da sciogliere, le primarie sono interne al PD o parte di un disegno più ampio che comprenda l’arco dei partiti responsabili del CentroSinistra? Questa è la domanda di Nichi Vendola, che proprio ieri è rimasto amareggiato rispetto al dibattito delle primarie troppo concentrato sul PD e con la paura tutta politica di rimanere all’oscuro di certi passaggi, ovvero la paura dell’isolamento nella coalizione. Domanda legittima alla quale ha risposto Bersani, chiedendo a Nichi di accettare la sfida e partecipare con tutto il suo entusiasmo.
Nel frattempo i Media e la propaganda della parte Renziana hanno spesso fatto intendere che Renzi (o Civati) siano il polo attrattivo per tutti coloro che credono e sperano nel rinnovamento della Classe dirigente non solo del PD, ma anche di tutto il Paese.
Ma Bersani non è da meno, o per lo meno la parte Bersaniana: infatti per i più attenti nel cuore del mondo che ruota attorno alle idee del Segretario PD ci sono alcune nuove figure sui 30-40 anni, alcune di queste più o meno conosciute, ma con idee senz’altro rivoluzionarie per un panorama politico Italiano anche troppo statico (nonostante le apparenze). Lo definirei, quello di Bersani, l’ “Effetto Trojan Horse”, infatti il Segretario PD non lo rende noto più di tanto, ma dentro “di sé” ha un vero e proprio mondo, di 30-40enni come Stefano Fassina, Matteo Orfini, Matteo Ricci ed altri. In particolare Orfini, sta proponendo soluzioni drastiche per il rinnovamento, opposto a quello di Renzi nei metodi, con meno cooptazioni e più Formazione. Qualche settimana fa infatti Matteo ORfini ha dichiarato: “mai più al governo chi è stato già due volte ministro. Cioè praticamente ogni big del Pd: D’Alema, Bindi, Veltroni, Melandri… “. Sia Orfini che Fassina hanno di diverso rispetto a Renzi un altro punto importante, quello dell’Economia, i primi due hanno una visione più Socialdemocratica, vicina all’Economia Reale, lontana dalla tutela dei mondi della grande impresa, come la FIAT, la quale spesso ha investito in maniera sbagliata, approfittando di aiuti dei Governi Italiani che si sono succeduti e molto vicina al mondo del precariato, degl’operai (si ricordi l’interesse di Fassina per la questione dei Minatori Sardi). Ci sono quindi all’interno del PD idee diverse, circoscritte nell’ambito del centrosinistra, chi più a “destra” e chi più a sinistra, ma ciò non deve essere elemento di divisione, bensì di Unione e incontro delle parti.
I Media hanno chiuso un occhio sulla questione Renzi, ovvero non hanno approfondito il mondo dei suoi sostenitori, big locali…. chi sono dunque? Rottamatori? A quanto pare non si tratta di rottamatori, per lo meno non della prima ora. Da tempo il fenomeno Renzi ha attirato su di sé l’interesse di una vasta platea di ex margherita, soprattutto di natura liberal, dalla Leopolda in poi. I vari Fioroni e co. lo sostengono strenuamente, seppur nel silenzio, lanciando ogni tanto qualche monito (“non si facciano le Primarie per dividere e diventare altro”) per rabbonire e rendere più diplomatico il sostegno. Nel frattempo le truppe sono state schierate, i vecchi colonnelli della Margherita ed Ex-Ds di MoDem sono stati rispolverati e richiamati all’ordine, dopo il Fioroniano e fiacco incontro di Orvieto di 2 anni fa. La domanda sorge spontanea: il Rinnovamento di Renzi avverrebbe attraverso queste persone? Rottamatori e Rottamabili sono la stessa cosa? Sono tutte pure provocazioni le mie, ma vorrei solo che si rimanga a riflettere due minuti sulla veridicità del rinnovamento proposto da Renzi, il quale ha (ri)coniato un’ equazione: meno vecchia guardia e più gioventù, una semplice sottrazione, quasi Veltroniana: “metto lui perché è giovane, (fa bello)”. In quella trappola ci siamo cascati in tanti, un’ottima comunicazione quella di Renzi come quella di Veltroni, non c’è dubbio, ma pura comunicazione; oltre al fatto che una persona è giovane, c’è qualcos’altro dietro? Una (tanto odiata) formazione di Partito?
Il Feticismo del Rinnovamento (paragonabile al Feticismo Casiniano della Meritocrazia contro il Merito) contro il Rinnovamento Effettivo costruito nei Circoli attraverso una formazione costante dei giovani, sì! Costa tempo e denaro, ma è necessaria se non vogliamo lasciare tutto nelle mani dell’abile e ricco comunicatore, che sia Grillo, che sia Berlusconi…o qualche altro “One Man Show”. Nel frattempo c’è chi lavora in parallelo e non esita a mettere zizzania nell’orto del vicino (alla sua sinistra), come sta facendo Silvio Berlusconi, diventato da poco primo Fan di Renzi nell’intento di spezzare alcuni equilibri nel centrosinistra, sperando in un futuro di godersi il lauto bottino.
In tutto questo l’UDC? L’Udc guarda e lavora, con un velo di contraddistinta ambiguità Casiniana. Casini ha più volte dichiarato tiepidamente, di preferire Bersani a Renzi, persona evidentemente più affidabile per il presidente UDC, ma farà parte della Coalizione? Perché questa resistenza al fenomeno Primarie? Affermerà a operazioni fatte come sempre: “lo avevo detto! Avevo ragione!?”. Per ora è uscito un nome, più che un progetto centrista, spostato verso l’asse liberal di Monti, il quale attirerebbe verso sé il centrodestra di Alfano (Berlusconi).
Detto questo, che la sfida abbia inizio, e che il PD riesca ad essere collante di sé stesso, della Coalizione e del Paese.
L’Ostinato Cinalli
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