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"Oltre Plutone c’è di più"

Da Risveglioedizioni
pubblicare un libro con risveglio edizioni Il telescopio della NASA e dell'ESA è alla ricerca di nuovi pianeti nella Fascia di Kuiper oltre Plutone che in futuro verranno raggiunti dalla sonda New Horizons. Per adesso sono stati avvistati due piccoli mondi ghiacciati a 6,4 miliardi di km dalla Terra
Studiare comete, nebulose e la storia delle galassie? Tutti ambiti di ricerca molto attivi, soprattutto negli ultimi anni, ma tra gli obiettivi più affascinanti ed elettrizzanti per un astronomo c’è sicuramente la ricerca e (si spera) l’eventuale scoperta di mondi nuovi. E proprio grazie al telescopio della NASA Hubble negli ultimi 20 anni sono state realizzate importanti scoperte in questo campo. Di recente un gruppo di astronomi ha affermato di aver scovato due piccoli pianeti ghiacciati nella Fascia d Kuiper, proprio ai confini del Sistema solare oltre Plutone. L’avvistamento è avvenuto sole due settimane dopo aver utilizzato per la prima volta a tale scopo il telescopio orbitante forse più famoso della storia. Si tratta di due oggetti a circa 6,4 miliardi km dalla Terra, attualmente noti come 1110113Y e 0720090F. “Più tardi daremo loro dei nomi migliori”, ha garantito con un tweet Alex Parker dell’Università Berkeley (Usa), uno dei membri del team di osservazione. Le immagini sono state scattate lo scorso 24 giugno, dopodiché la NASA ha dato il via libera a una ricerca più intensa nella Fascia di Kuiper: l’obiettivo è quello di individuare un oggetto che la sonda New Horizons della NASA potrebbe osservare da vicino nel prossimo fly-by su Plutone. L’incontro avverrà ill 14 luglio 2015, e il secondo incontro dovrebbe avvenire tre o quattro anni più tardi. Nell’ultimo mese Hubble è stato messo alla prova nella Fascia di Kuiper per capire se è in grado di trovare oggetti deboli più lontani di Plutone ma abbastanza vicini da essere raggiunti da New Horizons. Il team di osservazione ha utilizzato diversi software per vagliare le immagini di Hubble e rilevare il movimento degli oggetti. Lo studio dovrebbe essere completato entro agosto. Fonte: www.media.inaf.it

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