Magazine Cinema

OLY MOTORS: Surrealismo, suspence, ironia, emozioni, fotografia alla David Lynch

Creato il 20 agosto 2013 da Mente Libera

-

Streaming:

Nowvideo

Streamthis

Videopremium

Zinwa

Nowvideo: 1° Tempo – 2° Tempo

Putlocker: 1° Tempo – 2° Tempo

Videopremium: 1° Tempo – 2° Tempo

VK: 1° Tempo2° Tempo

-

Download:

Nowdownload

Bitshare: 1° Tempo – 2° Tempo

Ddlstorage: 1° Tempo – 2° Tempo

Fileparadox: 1° Tempo – 2° Tempo

Nowdownload: 1° Tempo – 2° Tempo

Nowdownload: 1° Tempo – 2° Tempo

Rapidgator: 1° Tempo – 2° Tempo

-

trama da filmtv.it

La trama

Ventiquattro ore nella vita di Monsieur Oscar (Denis Lavant), un personaggio molto particolare che viaggia da una vita all’altra, cambiando in continuazione identità. A capo di un’industria, assassino, mendicante, mostro, padre di famiglia: ora è un uomo, ora una donna, un giovane o un vecchio. Vive così di continuo vite in prestito, esistenze che non gli appartengono. Costretto a stare da solo, l’unica persona che gli è vicino è Céline, l’autista bionda della limousine che lo porta da un posto all’altro per le vie di Parigi. Come un assassino che si muove consapevole da un colpo all’altro, è alla ricerca di un bel gesto da compiere, di una misteriosa forza guida, delle donne e dei fantasmi di vite passate.

Holy Motors, risveglio di Carax a 13 anni da Pola X, è un film sulla fine del cinema analogico, sulla pellicola che sta cedendo le proprie visioni alla vita pixelata, nostalgia di tempi in cui le macchine da presa erano grandi come uomini, sacri motori. Carax ha sempre cercato, in un cinema derivativo e caricaturale, la tragedia (anche autobiografica) dell’uomo e Holy Motors, tra rovine di generi e serie parodie, è la storia di un sentimento, di ciò che di umano rimane incollato alle maschere. Coinvolge lo spettatore in storie che non hanno premesse e non fanno promesse, in finzioni conclamate che bruciano in un attimo, e a cui comunque crediamo, con cui comunque soffriamo, come se le seguissimo da sempre. È questo il paradosso struggente di un film testamentario. Raccontare della morte del cinema. E magnificarlo.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :