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Olympique Marsiglia-Inter 1-0

Creato il 23 febbraio 2012 da Domenico11
Olympique Marsiglia-Inter 1-0
Una sconfitta così, a dieci secondi dal termine, mancava in questa sciagurata stagione. E pensare che non è stata una delle prestazioni peggiori, anche se si capisce lontano un miglio che l’Inter attuale è una squadra che ha perso fiducia in se stessa, che osa pochissimo e che ha una paura incredibile di perdere. Ma partire con il terrore di essere sconfitti significa soccombere in partenza. Da questo punto di vista, la prestazione al Vélodrome di Marsiglia nell’andata degli ottavi di finale della Champions League, è stata un continuum con quanto Zanetti e compagni hanno fatto vedere negli ultimi tempi. Sette partite, sei sconfitte e un pareggio. Un ruolino da squadra materasso.
Ranieri aveva provato a mischiare un po’ le carte, soprattutto in avanti, schierando a sorpresa Zarate accanto a Forlan e Sneijder dietro le due punte. Uno schema che, in alcuni frangenti, assomigliava più all’albero di Natale che al 4-3-1-2, ma che è stato bene interpretato nel primo tempo. Lucio e Samuel hanno concesso pochissimo e controllato con tranquillità Brandao, mentre Zanetti, Cambiasso e Stankovic hanno fatto da diga davanti alla difesa. Rari però gli inserimenti dei centrocampisti. Una squadra spaccata in due, con i tre giocatori offensivi abbandonati al proprio destino. Persino Maicon ha limitato le incursioni, forse a causa del fastidio al ginocchio che l’ha costretto a rimanere negli spogliatoi durante l’intervallo. Difatti, l’Inter è stata pericolosa soltanto nelle due circostanze in cui Cambiasso ha osato sulla sinistra: all’11’ (Forlan) è stato prodigioso Mandanda, mentre al 37’ Zarate ha sprecato malamente, fornendo un passaggio per il portiere avversario. Insomma, non un partitone, ma la sensazione di una ritrovata solidità. Ragionando con la logica del “primo non prenderle”, una prestazione eccessivamente prudente, ma tutto sommato accettabile in vista della gara di ritorno a San Siro.
Nella ripresa i nerazzurri sono però andati in sofferenza e hanno lasciato l’iniziativa ai francesi, di minuto in minuto sempre più intraprendenti anche se mai realmente pericolosi. Anzi, la palla buona è toccata a Stankovic, che però non è andato oltre una fedele imitazione di Zarate. Tutto lasciava presagire ad uno scialbissimo 0-0, ma l’ingresso di Andrè Ayew ha sparigliato. In venti minuti, una conclusione di destro a lato e tre colpi di testa: il primo di poco a lato, il secondo parato con facilità da Julio Cesar, il terzo vincente (93’). Un gol su calcio d’angolo a partita finita, che non compromette la qualificazione, ma che abbassa ulteriormente il morale della truppa e il nostro. Ormai non sappiamo più come prenderla. E con chi prendercela.

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