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Omaggio a Gabriel García Márquez

Creato il 19 aprile 2014 da Temperamente

garcia.marquez

Aveva sentito dire che la gente non muore quando deve, ma quando vuole…“, diceva Gabriel García Márquez ne Il mare del tempo perduto (Mondadori, 1983). A rendere meno triste la morte di uno degli scrittori più grandi di sempre è quest’immagine di un Gabo che non si è arreso alla morte per dovere, ma per volontà. E, soprattutto, la certezza che i suoi capolavori lo terranno in vita in eterno.

La notizia della sua morte ha colpito orde di lettori in tutto il mondo; fra loro ci siamo anche noi di Temperamente, che vogliamo omaggiarlo, sì, ma in modo divertente, ripercorrendo la sua lunga e ricca vita attraverso curiosità, riflessioni e storiche fotografie.

«Saper scrivere, diceva Márquez, non è affatto un dono di natura»: che significato ha la scrittura per il Premio Nobel? In un interessante articolo di riflessione, la nostra Monica Serra indaga il rapporto fra Gabo e l’arte (o per meglio dire il lavoro) di scrivere. La figura dello scrittore è stata paragonata da Márquez a quella del falegname. Scoprite perché cliccando qui.

Ecco una galleria di foto che raccontano chi è stato e chi ha frequentato Márquez (clicca sulle immagini per ingrandirle e visualizzarle in sequenza):

La nostra Susanna de Candia ha composto una poesia combinando i titoli delle opere di Márquez:

Racconto di un naufrago:
cent’anni di solitudine
e foglie morte.
L’amore ai tempi del colera:
memoria delle mie puttane tristi
ovvero cronaca di una morte annunciata.
Il generale nel suo labirinto:
notizie di un sequestro,
la mala ora.
Scritti costieri
dall’Europa e dall’America.
L’incredibile e triste storia della candida Erendira
e della sua nonna snaturata:
vivere per raccontarla.

E ora un po’ di colore! Abbiamo raccolto in questa galleria i dipinti che raffigurano Gabo (clicca sulle immagini per ingrandirle e visualizzarle in sequenza):

Il giornalismo di Márquez ha per principio l’allegria. Lo racconta un articolo molto interessante di Riccardo Staglianò su Minima&Moralia.

Vi proponiamo ora un’intervista in cui Gabo spiega come nasce il racconto. Alla domanda “lei accetta la definizione di ‘scrittore del realismo magico’?“, Márquez risponde “quello che non accetto è la definizione di ‘realismo magico’. Io sono un realista puro. Il fatto è che [...] la realtà credo in generale è molto più magica di quanto possiamo immaginare“. Ecco l’intervista:

Lo scrittore di Cent’anni di solitudine se n’è andato a 87 anni; e noi vi raccontiamo 87  curiosità su Gabriel García Márquez già pubblicate su questo sito per il suo compleanno, il 6 marzo. Et voilà, che la lista abbia inizio:

  1. 1. Gabriel García Márquez nacque il 6 marzo 1927, nella città di Aracataca, in Magdalena.
  2. 2. I fan di Gabo possono visitare Aracataca per vedere la casa in cui è nato.
  3. 3. Era il più grande di dodici figli.
  4. 4. Tuttavia, sua madre aveva undici bambini e suo padre quindici (quattro extraconiugali).
  5. 5. Márquez ha affermato di non aver conosciuto sua madre prima dei sette anni.
  6. 6. Fu cresciuto dai suoi nonni materni, che ebbero un’influenza particolarmente forte sulla sua vita, in special modo suo nonno, il Colonnello Nicolas Ricardo Márquez Mejia.
  7. 7. Il nonno era Liberale e aveva origini creole, mentre la consorte Tranquilina Iguarán Cotes aveva origini guajire.
  8. 8. Ha detto che dopo la morte di suo nonno “non mi è successo nient’altro di importante”.
  9. 9. Sua nonna era una fonte d’ispirazione altrettanto importante, specialmente per il modo in cui “trattava lo straordinario come qualcosa di perfettamente naturale”.
  10. 10.  I racconti della nonna influenzeranno lo stile dei suoi lavori più importanti.
  11. 11. Il Colonnello si oppose duramente al matrimonio dei suoi genitori, ma l’ostinazione del padre di Gabo lo costrinse infine a dare il suo permesso.
  12.  12. Il giovane Gabo mostrò talento nella pittura, nel canto, nella scrittura; avrebbe potuto fare carriera in ognuno di questi campi.
  13. 13. Raggiungeva la scuola nella capitale Bogotá viaggiando su un piroscafo lungo il grande fiume Magdalena.
  14. 14. Gabo studiò Legge all’Università Nazionale della Colombia.
  15. 15. Cominciò la sua carriera come giornalista ne «El Universal» in Cartagena nel 1948.
  16. 16. Era a Bogotá durante il Bogotazo, insieme al suo futuro amico Fidel Castro.
  17. 17. Scrisse una colonna ne «El Heraldo» a Barranquilla sotto il nome di ‘Septemius’.
  18. 18. In questo periodo fu attivo nel gruppo di scrittori chiamato “The Barranquilla Group” che influenzerà profondamente la sua carriera letteraria.
  19. 19. Visse in un postribolo conosciuto come “The Skyscraper” a Barranquilla.
  20. 20. Poi diventò un critico cinematografico per «El Espectador» a Bogotá.
  21. 21. Il suo reportage sul naufragio di una nave, che contraddisse la versione ufficiale dei fatti ricostruita dal governo colombiano, indusse il giornale a mandarlo in Europa come corrispondente.
  22. 22. “Grazie alle sue esperienze nel giornalismo, García Márquez è di tutti i grandi autori viventi quello più vicino alla realtà di tutti i giorni” – Gene H. Bell-Villada.
  23. 23. Il suo primo racconto, Leaf Storm, fu pubblicato nel 1955.
  24. 24. Márquez lo riteneva “il più sincero e spontaneo” dei suoi lavori.
  25. 25. Nel 1958 sposò Mercedes Barcha, che conobbe quando era al college.
  26. 26. “Il problema del matrimonio è che finisce ogni notte dopo aver fatto l’amore, e dev’essere ricostruito ogni mattina dopo la colazione.
  27. 27. Il loro primo figlio, Rodrigo Garcia, nacque l’anno seguente.
  28. 28. La famiglia si stabilì a Città del Messico nel 1961, seguendo il percorso del Grayhound Bus attraverso gli Stati Uniti del sud.
  29. 29. Questo viaggio fu ispirato da uno dei più grandi amori letterari di Gabo, William Faulkner.
  30. 30. Ebbero il secondo figlio, Gonzalo, a Città del Messico.
  31. 31. Un giorno, mentre andava verso Acapulco in macchina con la sua famiglia, fu assalito da un’idea: fece inversione e tornò a casa, così poté cominciare a scrivere.
  32. 32. Vendette la sua auto e scrisse tutti i giorni per diciotto mesi.
  33. 33. Nel 1967 il frutto del suo lavoro fu rivelato al mondo: il titolo era Cent’anni di solitudine.
  34. 34. Narrava la storia del paese colombiano di Macondo e fu il suo romanzo di maggior successo.
  35. 35. Cent’anni di solitudine è stato uno dei primi romanzi recensiti su Temperamente.
  36. 36. L’incipit è folgorante: “Molti anni dopo, di fronte al plotone di esecuzione, il colonnello Aureliano Buendía si sarebbe ricordato di quel remoto pomeriggio in cui suo padre lo aveva condotto a conoscere il ghiaccio. Macondo era allora un villaggio di venti case di argilla e di canna selvatica costruito sulla riva di un fiume dalle acque diafane che rovinavano per un letto di pietre levigate, bianche ed enormi come uova preistoriche. Il mondo era così recente, che molte cose erano prive di nome, e per citarle bisognava indicarle col dito”.
  37. 37.  Nel 2006 Aracataca organizzò un referendum per cambiare il suo nome in Aracataca-Macondo. Vinsero i ‘sì’, ma la bassa partecipazione elettorale mandò all’aria il progetto.
  38. 38. “Molti critici non capiscono che un romanzo come Cent’anni solitudine è un po’ come uno scherzo, ricco di riferimenti ad amici vicini; e quindi, arrogandosi il diritto di pontificare, si assumono la responsabilità di decodificare il libro, rischiando di rendersi terribilmente ridicoli”. 
  39. 39. Riesci a immaginare un altro autore famoso fare questo? (clicca sulle immagini per ingrandirle):
  40. 40. Dopo aver pubblicato questo libro, Gabo si trasferì con la sua famiglia per sette anni a Barcellona.
  41. 41. In questo periodo strinse amicizia con molta gente famosa e potente. Controverso fu il rapporto con Fidel Castro
  42. 42. “La nostra è un’amicizia intellettuale. Forse non è risaputo che Fidel è un uomo di grande cultura. Quando siamo insieme, discutiamo parecchio di letteratura.
  43. 43. Nel 1976 l’amico Mario Vargas Llosa gli tirò il famoso pugno sul volto, dando origine al più noto screzio della storia letteraria.
  44. 44. Le sue esplicite idee sull’imperialismo americano gli costarono il negato accesso agli Stati Uniti per molti anni.
  45. 45. Bill Clinton revocò questa interdizione, e ora una via in East L.A. porta il suo nome.
  46. 46. Il volo del dittatore venezuelano Marcos Perez Jiminez ispirò il romanzo L’autunno del Patriarca, pubblicato nel 1975.
  47. 47. “Il mio intento era quello di creare una sintesi di tutti i dittatori dell’America Latina, ma soprattutto di quelli dei Caraibi.
  48. 48. Dopo la pubblicazione di questo romanzo, la famiglia García Márquez tornò a Città del Messico.
  49. 49. Si impegnò anche a non pubblicare di nuovo prima che Augusto Pinochet venisse deposto.
  50. 50. Alla fine pubblicò Cronaca di una morte annunciata quando Pinochet era ancora al potere, perché “non riuscivo a rimanere in silenzio di fronte all’ingiustizia e alla repressione”.
  51. 51. Questo romanzo fu pubblicato nel 1981.
  52. 52. Nell’ ’82 García Márquez fu premiato con il Nobel per la Letteratura, con grandi festeggiamenti in Colombia.
  53. 53. Dal suo discorso per il Premio Nobel: “Di fronte a questa sconvolgente realtà che nel corso di tutto il tempo umano è dovuta sembrare un’utopia, noi inventori di racconti, che crediamo a tutto, ci sentiamo in diritto di credere che non sia troppo tardi per iniziare a creare l’utopia contraria.
  54. 54. Quando vinse il Nobel sua madre disse “Forse ora potrò aggiustare il telefono!”.
  55. 55. Si presentò alla cerimonia col tipico abbigliamento caraibico.
  56. 56. Negli anni ’80 visse poco tempo in patria, insanguinata dagli scontri fra governo, narcotrafficanti e guerriglieri. Márquez si propose come mediatore per cercare di ottenere la pace in Colombia. Svolse questo ruolo fino al 2000.
  57. 57. Nel 1985 pubblicò L’amore ai tempi del colera.
  58. 58. È stata considerata una storia d’amore non convenzionale, perché gli innamorati sono entrambi ottantenni quando la relazione comincia.
  59. 59. Dal romanzo è stato tratto un film con Javier Bardem nel 2007.
  60. 60. Ad essere sinceri, per Gabo il film non era un granché…
  61. 61. La maggior parte dei suoi romanzi è stata trasformata in film, ma Marquez si è sempre opposto alla trasposizione cinematografica di Cent’anni di solitudine. “Ingaggerebbero qualcuno come Robert Redford e molti di noi non hanno parenti che assomigliano a Robert Redford”.
  62. 62. Nel 1999 gli fu diagnosticato un cancro linfatico e la falsa notizia della sua morte imminente fu annunciata da diversi giornali.
  63. 63. La sua malattia indusse Gabo a cominciare la stesura delle sue memorie.
  64. 64. Ho ridotto al minimo i rapporti con i miei amici, ho staccato il telefono, ho annullato i viaggi e tutti i progetti futuri, per rinchiudermi nella scrittura ogni giorno senza interruzione”.
  65. 65. Nel 2002 pubblicò Vivere per raccontarla, il primo volume della prevista trilogia di memorie, rimasta incompiuta.
  66. 66. Nel 2004 il romanzo Memoria delle mie puttane tristi fu bandito in Iran.
  67. 67. Ha sostenuto che il 2005 “è stato il primo anno della mia vita in cui non ho scritto neanche un rigo.
  68. 68. Nel 2008 è circolata la notizia che avesse cominciato un nuovo romanzo, che avrebbe pubblicato quello stesso anno.
  69. 69. Tuttavia, nel 2009, il suo agente ha reso noto che era improbabile che scrivesse ancora.
  70. 70. Random House contestò questa notizia e sostenne che presto avrebbe pubblicato un romanzo dal titolo Ci incontreremo in agosto.
  71. 72. Nel 2012 la sua famiglia ha reso noto che soffriva di Alzheimer da diversi anni.
  72. 72. Ha detto: “La vita non è quella che si è vissutama quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla”.
  73. 73. Gabo è morto il 17 aprile 2014, intorno a mezzogiorno, nella sua casa a Città del Messico in calle Fuego 144.
  74. 74.  Una delle sue foto più belle (clicca sull’immagine per ingrandirla):
  75. 75. Márquez ha scritto un importante saggio sulla scrittura, cioè Come si scrive un racconto.
  76. 76. Per Gabo il lavoro di scrittore non era tanto diverso da quello di falegname: “Sono entrambi lavori molto difficili. Scrivere qualcosa è quasi difficile quanto fare un tavolo”.
  77. 77. La nostra Monica Serra ha scritto un articolo proprio sul rapporto fra Gabo e la scrittura.
  78. 78. Aveva sette case in quattro Stati.
  79. 79. Gabo ha fondato un importante istituto cinematografico (in Havana) e uno giornalistico (a Cartagena, in Colombia).
  80. 80. Ha fumato 60 sigarette al giorno fino ai cinquant’anni.
  81. 81. Secondo William Kennedy, Cent’anni di solitudine è “la prima opera letteraria dal Libro della Genesi che dovrebbe essere obbligatoriamente letta dall’intera popolazione mondiale“.
  82. 82. Era solito combattere il crimine con lo pseudonimo Costeno Man.
  83. 83. “Non è vero che la gente smette di sognare perché cresce, la gente cresce perché smette di sognare” – ottimo consiglio di vita.
  84. 84. Lo scrittore Efraim Medina Reyes è stato molto duro nei confronti della letteratura di Márquez: “Se c’è qualcosa di fittizio, piuttosto, è la Colombia da cartolina illustrata che spacciano autori come García Márquez, vecchi d’anni e di mente”.
  85. 85. Questa lista è difficilissima… perché Gabo non può tornare ai suoi cinquant’anni?
  86. 86. Gabo era molto superstizioso e non indossava mai oro.
  87. 87. Temperamente adora Gabriel García Márquez. E tu?

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