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Omaggio a Jack Vance, viaggiatore dei mondi

Creato il 16 luglio 2013 da Temperamente

Omaggio a Jack Vance, viaggiatore dei mondiPiù che una recensione, questo vuole essere un omaggio a uno dei più incredibili autori contemporanei, Jack Vance, che ci ha lasciato un paio di mesi fa. Un creatore di storie, viaggiatore di mondi, narratore in bilico tra i generi.

Il suo vero nome era John Holbrook Vance, durante la sua lunga e variegata produzione letteraria si avvalse di numerosi pseudonimi, come Ellery Queen, Alan Wade, Peter Held e John van See, anche se i più lo conoscono come Jack Vance.

Dopo aver praticato gli studi e i mestieri più vari, Vance pubblica il suo primo racconto nel 1945. Da quel momento in poi, la sua fervida immaginazione non si arresta più e produce decine di romanzi, saghe, cicli, spesso basati su un elemento predominante, il viaggio. Viaggio inteso come metafora della ricerca di sé e delle proprie motivazioni, una quest che Vance non interromperà mai nella sua lunga e prolifica carriera.

Dotato di uno spiccato senso dell’umorismo, capace di dare vita a credibilissime razze aliene, Vance fu maestro in sci-fi ma non solo.

Tra i suoi almeno sessanta romanzi, in ambito fantasy Vance scrisse la Trilogia di Lyonesse oltre a produrre uno dei cicli più importanti della fantascienza internazionale, Il Ciclo della Terra Morente (recentemente riproposto da Fanucci).

Serio, intelligente, originale, lo scrittore prende i tradizionali filoni di azione e avventura e li reinterpreta, inserendovi la sua personale visione dell’uomo e dell’universo.

Omaggio a Jack Vance, viaggiatore dei mondi
Leggere Vance è un’avventura della mente: pur rispettando le regole e i canoni che governano i generi in cui si cimenta, l’autore riesce a coinvolgere totalmente il lettore, inserendo riflessioni e valutazioni personali che danno la direzione all’intreccio, dando vita a uno stile assolutamente personale.

Vance ha dato lustro a quella che (purtroppo e soprattutto da parte di un certo spocchioso circolo intellettuale che non vuole ammettere la sua “sconfitta”) qualcuno si ostina ancora a considerare letteratura “di consumo”, destinata all’evasione e pertanto inferiore. Jack Vance, con la sua impetuosa personalità, col suo notevole spessore espressivo, con le sue opere dotate di spiccata originalità, è stato lì per quasi un secolo, a smentire questo punto di vista, al fianco di Dick, Ballard, Matheson: il loro contributo è stato fondamentale nel processo di legittimazione di una letteratura che, come dicevo, nonostante innumerevoli e innegabili prove d’autore, ancora fatica ad affrancarsi dall’etichetta di “genere”.

Ci mancherà la sua voce. Il 26 maggio 2013 Jack Vance è partito per il suo ultimo viaggio: sono sicura che avrà ancora molti mondi da esplorare.

Monica Serra


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