Magazine Cinema
Durante la conferenza stampa romana di presentazione di “Shutter Island” Martin Scorsese, nel dissezionare l’articolato background cinefilo che sostiene il suo ultimo lavoro, ha citato due film degni di menzione. Uno è “Laura”, in Italia “Vertigine”, noir di grande raffinatezza ed efficacia del grande Otto Preminger. L’altro è “Out of the Past”, in Italia “Le catene della colpa”, capolavoro nascosto e quasi invisibile di un regista invisibile e sempre più dimenticato come Jacques Tourneur. Francese di nascita e americano di adozione, Tourneur rientra sicuramente in quel gruppo di registi-artigiani che sono riusciti a plasmare la pellicola di celluloide con la forza della loro personale “visione”. Basta ad esempio pescare tra gli horror a basso costo prodotti da Val Lewton e diretti da Tourneur per la RKO, per vedere condensato nel dittico felino “The Leopard Man”/“Cat People” il nucleo centrale di una poetica della paura non vista (e spesso non nominata), che sembra rimanere sempre un metro fuori dall’inquadratura ma che non cessa mai di far sentire i suoi devastanti effetti sulla psiche e sui corpi degli uomini (Tourneur è regista delle “mutazioni” quanto David Cronenberg o Shinya Tsukamoto, sebbene le sue “mutazioni” siano quasi sempre soltanto suggerite alla immaginazione dello spettatore). In “Out of the past”, mirabile saggio di scrittura cinematografica sorretto da un enorme Robert Mitchum e da un ottimo Kirk Douglas, fantasmi di altra natura (i fantasmi del passato) reclamano un primo piano sin dalla formidabile sequenza di apertura. La forza dirompente di un evento pregresso irrompe nel presente e nel progresso narrativo del film, tanto da obbligare il regista a concederle un flashback ampio quasi metà film. Al centro di questo violento scontro di forze, la magnifica fotografia, contrastata e tagliente di Nicholas Musuraca suggella il soccombere di ogni redenzione possibile davanti alla ineffabile e totalizzante influenza del vissuto sulla vita degli uomini. «That's not the way to win.»-«Is there a way to win?»-« There's a way to lose more slowly.»
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