E quindi, dato che oggi io e Pupa si parte, ecco qua.
Non dimenticarmi finché son via.
O tu, dove la pupa ha mosso i primi passi da quadrupede.
Dove rimanevamo a sedere quando faceva freddo e non c'era nessuno, sulla riva, perché era bello.
E le carovane di famiglie e passeggini sul lungomare di domenica, la gente che si incontra e chiacchera ad alta voce, dicendo sempre del più e del meno, come se fosse una novità.

E a volte i colori si stagliano nitidi sotto un cielo cristallino, se arrivano quelle che la gente di qua chiama "le libecciate".

E i ciottoli scricchiano rotolando sbatacchiati dalle onde grosse che si infrangono sulla riva, e rimarresti per sempre a sentire quel rumore gentile e rotondo.
E al sole piace tramontarci dietro tutte le sere, che uno si commuove sempre un poco, di fronte a questo evento, pure se ne ha visti tanti in vita sua tramonti, perché non si sa mai che domani non si scordi di tornare.
E rimaniamo sempre gli ultimi ad andare via.
E ci veniamo pure quando lui è infuriato, e se la prende coi frangiflutti.
Che la gente si ferma a fotografarlo quando è così, perché dalla costa si sente al sicuro dalla sua furia.
E qualche volta sembra che ci arriva la Grazia dal cielo, a colorare tutto di luci elettriche.
Quando i raggi del sole si aprono uno spiraglio nella corteccia di nubi grosse e cupe, che tutto sotto di loro pare immobilizzarsi.
Il vento cade.E poi a un tratto riprende.

E la mia bambina punta il dito entusiasta verso le bandiere che alte svettano sul mare sventolando allegre a ogni nuova libecciata.
Sembra tutto così armonioso e semplice, visto da qui...
