Il 21 marzo è scomparso uno dei più grandi campioni della storia dello sport italiano, Pietro Mennea.
Mennea non era solo un atleta; nato il 28 giugno 1952 da una famiglia modesta, si racconta che il giovane Pietro, per racimolare soldi, sfidasse delle auto di grossa cilindrata, su tratti di strada di 50 metri, riuscendo a vincere. Aneddoti come questi tratteggiano il carattere determinato di questo campione.
Non è solo il campione dello sport che fa dei muscoli e della fisicità la sua fortuna; dopo aver studiato all’I.S.E.F. ed essersi sposato con l’avvocatessa Manuela Olivieri, su consiglio del celebre ministro degli esteri Aldo Moro si laurea in Scienze Politiche. Successivamente consegue le lauree in Lettere, Scienze Motorie e Sportive, Giurisprudenza. Grazie a quest’ultima laurea eserciterà la professione di avvocato, pubblicando anche alcuni libri.
La carriera sportiva di quest’idolo comincia nel 1971, con un terzo posto agli europei nella staffetta; l’anno successivo esordisce ai giochi olimpici di Monaco di Baviera, vincendo il terzo posto nei 200 metri. Il primo oro arriva, sempre nei 200, davanti al pubblico di casa, negli europei di Roma 74’, in cui conquista anche l’argento nei 100.
Nel 1979 segna il record del mondo alle universiadi di Città del Messico, nei 200, con un tempo di 19.72.
Ma il titolo che tutto il mondo ricorda e fa di lui una leggenda per tutti i corridori italiani è l’oro olimpico di Mosca 80’, dove batte i favoriti Don Quarrie e Allan Wells, vittoria ottenuta per 2 centesimi di secondo. Sempre in quei giochi vince il bronzo nella staffetta, diventando per i giornali mondiali “La freccia del Sud”.
Nel 1983 stabilisce il primato mondiale, ancora imbattuto, sui 150 metri, con un tempo di 14.8 sulla pista dello stadio di Cassino.
Partecipa anche ai Mondiali di Helsinki, dove vince il bronzo e, l’anno successivo, per la quarta volta di seguito, partecipò alla finale olimpica, fu il primo atleta a compiere tale impresa.
Su Pietro Mennea ci sarebbero moltissime storie da raccontare, perché è stato un uomo straordinario. Oggi, nel giorno dei suoi funerali, l’Italia si unisce al cordoglio per la sua scomparsa, salutando un eroe dei tempi moderni.
Articolo di Giovanni Bortolotto.