Pare che la querelle nata in estate, riguardante l’MVP dell’ultimo campionato di serie A Omar Thomas, sia arrivata alla conclusione con la sentenza di primo grado emessa il 7 Dicembre 2011.
La sentenza quindi condanna il nativo di Philadelphia, per aver disputato la stagione scorsa con la maglia della Scandone Avellino con un passaporto sloveno falso, ora si attende l’appello che potrà confermare la pena o al massimo ridurla. Storia strana quella di Thomas, che nel giro di qualche mese ha visto la sua carriera di cestista passare da un’ascesa sicura, era reduce da 2 super stagioni con Brindisi (vittoria della LegaDue più nomina di MVP del torneo) e con Avellino (raggiungimento di uno storico quarto posto, e nominato MVP del torneo), a una brusca frenata che ne potrebbe compromettere la carriera.
Tutto è cominciato nel mese di Maggio grazie all’indiscrezione del sito sloveno Zurnal24, che poneva dei quesiti sull’attendibilità del Passaporto sloveno rilasciato nella città di Maribor al giocatore un anno prima, e che al Ministero Degli Interni sloveno non risultava nessun cittadino col nome di Omar Thomas. Tale indiscrezione si è poi rivelata fondata qualche settimana più tardi quando, il giocatore rientrato dalle vacanze negli Stati Uniti, giunto nell’aeroporto Leonardo Da Vinci di Roma, si vedeva ritirato il suo passaporto sloveno perché ritenuto falso. Da quel momento è iniziato il calvario giudiziario nei suoi confronti: sia dal punto di vista penale con la denuncia per ricettazione ed utilizzo di documenti d’identità falsi, sia dal punto di vista sportivo per l’utilizzo del passaporto Sloveno che gli dava lo “status” di comunitario.
Dal punto di vista penale si è avuta una piena assoluzione nel mese di Ottobre, in quanto, il GIP della Procura di Civitavecchia ha ritenuto di non procedere nei confronti di Omar Thomas, perché quest’ultimo veniva espulso prima di entrare nel nostro paese. La giustizia sportiva invece ha impiegato un bel po’ di tempo per prendere delle decisioni sul caso, con un la sentenza di primo grado che confermava le decisioni della Giustizia Ordinaria e che quindi scagionavano il giocatore. L’appello invece ha rigettato la prima sentenza, chiedendo di ripetere il procedimento alla Corte Federale, che poi si è espressa con la squalifica di 16 mesi. Nel frattempo la Fiba sta per aprire un procedimento nei confronti dei due agenti che avrebbero procurato il passaporto sloveno a Thomas.Dunque un caso particolare quello di Thomas, che ci da molti spunti su cui riflettere. Innanzitutto la Fip, che prima di ratificare il contratto di Thomas con la Scandone Avellino avrebbe potuto richiedere alle autorità slovene una dichiarazione di autenticità del passaporto del giocatore, poi il comportamento dei due Procuratori che hanno giocato molto sull’ingenuità del giocatore, ed infine la facilità con la quale in molti paesi dell’Est Europa vengono rilasciati passaporti ad atleti statunitensi.