Fonte: @nvioggi | leggi l’articolo originale (>>)
Se le terapie agli animali vengono effettuate da veterinari esperti in Omeopatia- sostiene la SIOV (Società Italiana di Omeopatia Veterinaria) è possibile ridurre in modo considerevole e, a volte, sostituire completamente i farmaci dagli allevamenti, compresi i vaccini “.
Lo si legge su La Stampa di Torino, che torna sul tema dell’allevamento biologico (e non solo biologico) dopo la proposta di stanziamento di 2 milioni di euro – avanzata in commissione Agricoltura di Bruxelles da due Eurodeputati di Germania e Portogallo – per l’impiego delle medicine non convenzionali negli animali da allevamento.
Ed è sempre la SIOV a sostenere che il farmaco omeopatico unitario costa molto poco e si possono trattare decine e decine di capi di bestiame somministrandolo attraverso vie non traumatiche, come nell’acqua da bere, senza stressare l’animale con catture o iniezioni. L’esperienza insegna – è la conclusione- che l’omeopatia crea una catena di benessere se correttamente usata e ben radicata negli allevatori biologici.
Secondo il quotidiano torinese, molti allevatori avrebbero dichiarato “di mescolare antibiotici e farmaci nei mangimi senza rispettare dosi o combinazioni”. Questi additivi artificiali “non sono degradabili e sono stati immagazzinati nelle carcasse come residui antibiotici”.
L’articolo riferisce i risultati di ricerche condotte in Veneto. Un approccio omeopatico al trattamento di fondo degli allevamenti bovini potrebbe ridurre dell’80% le patologie. A questo risultato sono infatti giunti recentemente gli esperti della Azienda Regionale Veneta, dell’Universita’ di Padova e un gruppo di veterinari dopo aver condotto un’indagine parassitaria sugli allevamenti bovini biologici del Veneto.
Il progetto di emendamento proposto dagli Europarlamentari (Coordinamento della ricerca sul ricorso a omeopatia e fitoterapia nell’allevamento) al bilancio generale delle Comunità europee chiede l’avvio di “e un progetto pilota per coordinare la ricerca sul ricorso all’omeopatia e alla fitoterapia nell’allevamento; il progetto pilota dovrebbe prevedere la raccolta di dati sui progetti di ricerca nel settore dell’omeopatia e della fitoterapia già avviati presso le università e gli istituti di insegnamento superiore nei singoli Stati membri dell’Unione europea e sui risultati conseguiti; e dovrebbe altresì esaminare se, e in quale quadro, le diverse università cooperano tra loro.
La motivazione è la resistenza agli antibiotici è una problematica crescente nell’Unione europea “rappresentata dall’utilizzo di antibiotici nell’allevamento”. Per tale motivo occorre portare avanti la ricerca su metodi alternativi quali l’omeopatia e la fitoterapia.
La Commissione Agricoltura dell’Europarlamento è presieduta dall’italiano Paolo De Castro.
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