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Omeopatia: una valida opportunità per la Sanità in tempo di crisi economica

Creato il 02 febbraio 2012 da Olikos

Fonte: Appuntamento con l’omeopata | leggi l’articolo originale (>>)

I pazienti omeopatici vivono più a lungo e riducono i costi sanitari.

Nonostante si cerchi di ostacolarla, l’omeopatia è sempre più diffusa e richiesta da un numero crescente di persone: ciò determina vantaggi da un punto di vista economico e sociosanitario.
Sulla rivista per i pazienti omeopatici IL GRANULO, edito dalla FIAMO Federazione Italiana delle Associazioni e dei Medici Omeopatici, è appena apparso in un articolo del dott Nunzio Chiaramida un riferimento a due interessanti lavori pubblicati recentemente.
Il primo studio è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista European Journal of Health Economy (Eur J Health Econ. 2011 Jun 2) ed è stato condotto dal Dipartimento di Economia dell’Università di Tilburg in Olanda da parte del professor Kooreman e collaboratori. Ha per titolo: Patients whose GP knows complementary medicine tend to have lower costs and live longer. (I pazienti i cui medici di famiglia conoscono le medicine complementari affrontano minori spese e vivono più a lungo).
I dati analizzati riguardano i pazienti di oltre 2000 medici di medicina generale con un numero molto alto di partecipanti. Scopo della ricerca è stato valutare il costo/efficacia delle Medicine Non Convenzionali (MNC) in confronto alla medicina convenzionale. Sono stati analizzati i dati forniti da una compagnia assicurativa sanitaria olandese riferiti agli anni 2006-2009: riguardavano 150.000 assicurati, assistiti da 1913 medici convenzionali e 79 medici con formazione anche in MNC, in particolare agopuntura (25), omeopatia (28) e antroposofia (26). Si sono considerate le spese relative a: cure da medico di medicina generale, assistenza ospedaliera, assistenza farmaceutica e infermieristica. Dall’analisi dei dati è emerso che i pazienti dei medici di medicina generale olandes i che avevano studiato medicine complementari come l’omeopatia producevano costi sanitari inferiori per la collettività e, soprattutto, a questo risparmio si accompagnava un tasso di mortalità più basso: la riduzione era fino al 30% a seconda del gruppo di età e del tipo di conoscenze in MNC del medico. I pazienti dei medici di famiglia con esperienza nelle MNC avevano bisogno di un minor numero di ricoveri ospedalieri e di minor consumo di farmaci: ciò determinava la riduzione dei costi. Poiché il campione era molto ampio e rappresentativo (oltre 2000 medici di medicina generale) le differenze non erano legate a differenze socioeconomiche tra i pazienti. La validità dello studio è rinforzata dall’aver preso in considerazioni i dati ufficiali sui rischi legati alla salute su cui si basano le compagnie assicurative. Gli autori considerano, inoltre, che la maggiore attitudine alla prevenzione e alla promozione della salute oltre che a un minore overtreatment (prescrizione di più farmaci chimici, spesso in modo ingiustificato) da parte dei medici esperti in MNC possa aver contribuito al aggiungimento degli importanti risultati registrati.
Il secondo studio epidemiologico ha per titolo: Paediatric homoeopathy in Germany: results of the German Health Interview and Examination Survey for Children and Adolescents (KiGGS).(Omeopatia pediatrica in Germania: risultati di un’inchiesta sanitaria su bambini e adolescenti) di Du Y, Knopf H. pubblicato sulla rivista internazionale Pharmacoepidemiology and Drug Safety (Pharmacoepidemiol Drug Saf. 2009 May;18(5):370-9). Autore dell’inchiesta il Dipartimento di Epidemiologia dell’autorevole Istituto Robert Koch di Berlino: ha confermato che l’omeopatia è sempre più diffusa tra i pazienti pediatrici in Germania nonostante tutte le campagne contrarie. Infatti, i dati raccolti da ben 17.450 pazienti, di età compresa tra zero e 17 anni, nel triennio 2003- 2006 evidenziano come l’omeopatia sia ampiamente utilizzata in particolare tra le classi socioeconomiche più elevate e nella fascia di età tra zero e 6 anni. La maggior parte delle prescrizioni era determinata da condizioni cliniche acute e autolimitanti ma, in ogni caso, l’utilizzo di rimedi omeopatici era maggiore in bambini in condizioni di salute peggiori. L’uso dei medicinali omeopatici era, inoltre, più frequente nei bambini che erano stati allattati al seno oltre i sei mesi di vita, e le cui madri avevano un titolo di studio più elevato.
L’articolo del GRANULO  termina proponendo una riflessione interessante: Cosa spinge i genitori tedeschi delle classi più abbienti a rivolgersi all’omeopatia per i loro piccoli in un’economia ben più salda della nostra in questi tempi di crisi?


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