In particolare, è stata confermata la pena per Alessandro (caposala nell'ospedale dove lavoravano Fortugno e la moglie) e Giuseppe Marcianò, ritenuti i mandanti dell'omicidio, e per Salvatore Ritorto (autore materiale del delitto) e Domenico Audino (concorso esterno nell'omicidio). E' stato, invece, assolto dal'accusa di associazione per delinquere di stampo mafioso Enzo Cordì (condannato in primo grado a dodici anni di carcere), ritenuto il "padrino" del clan Cordì di Locri, mentre è stata ridotta da otto anni a cinque anni e otto mesi la pena di Carmelo Dessì (i giudici hanno escluso l'aggravante mafiosa).
Maria Grazia Laganà, deputata del PD e vedova di Francesco Fortugno, non è completamente soddisfatta della sentenza; ha dichiarato, infatti, che "Voglio continuare a ripeterlo, e a gran voce: l’omicidio di mio marito non poteva essere deciso ad un livello così basso. Come ha già detto il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso a suo tempo, si è trattato di un delitto politico-mafioso. Bisogna continuare a indagare per arrivare ai livelli più alti. Aspetto che continuino le indagini perché ho sempre sostenuto che l’uccisione di Franco non poteva essere soltanto di livello locale".
Roma, 24 marzo 2011 Avv. Daniela Conte
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