PERUGIA – Salvatore Parolisi, marito di Melania Rea condannato per l’omicidio della donna, ha ricevuto uno sconto di pena. La Corte di Assise d’Appello ha decretato che l’ex caporalmaggiore dell’Esercito dovrà scontare vent’anni di reclusione, diminuendo così di dieci anni la pena precedentemente imposta.
A determinare lo sconto di pena è stato il fatto che l’aggravante della crudeltà non è stato riconosciuto dalla Corte. Per la legge italiana, infatti, si definisce “crudeltà” ogni azione eseguita al di là del fine. Nello specifico, le trentacinque coltellate inflitte a Melania Rea non costituirebbero elemento di “crudeltà”, sebbene reiterate, poichè finalizzate all’uccisione della donna.
La Corte ha anche escluso la premeditazione, riconducendo il delitto ad un «Dolo d’impeto», ad un’esplosione di ira avvenuta durante un litigio per l’infedeltà di Salvatore Parolisi. L’assenza di contatti tra l’uomo e terzi, nella fascia oraria precedente al delitto, andrebbero ad escludere, per la Corte, il coinvolgimento di altre persone. Inoltre, il fatto che la coppia fosse attesa a casa di amici e che la figlia fosse con loro, andrebbe a rafforzare l’ipotesi dell’omicidio d’impeto.
I legali di Salvatore Patolisi, Nicodemo Gentile e Valter Biscotti, avevano chiesto non solo l’esclusione dell’aggravante della crudeltà, ma avevano richiesto le attenuanti generiche «Come il fatto che sia un giovane, incensurato e militare irreprensibile».
La famiglia Rea aveva fatto sapere nei giorni scorsi che, secondo loro, «Trentacinque coltellate sono crudeltà». Non solo, durante la trasmissione “Quarto Grado”, era stato evidenziato, sempre appellandosi alla crudeltà, che «L’omicidio è avvenuto in presenza della figlia di Melania Rea, che si trovava poco distante dal punto in cui è stata uccisa».
Alessia Malachiti