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"ommioddio! hanno ucciso kenny!", e per la quindicesima stagione: il successo di south park

Creato il 13 giugno 2011 da Domenico Marotta
Gesù è stanco di vedere come la gente si preoccupi solo di Babbo natale nel giorno del proprio compleanno e lo sfida ad un match di lotta libera. No, non è una puntata estrema di "Celebrity Deathmatch", ma semplicemente il preludio ad una delle serie animate più irriverenti e politicamente scorrette degli ultimi vent'anni. E' proprio il caso di dirlo: sebbene siano passati più di quindici anni da quando Trey Parker e Matt Stone hanno creato il corto "The Spirit of Christmas" per illustrare la loro idea alla Fox e circa quattordici dalla messa in onda del primo episodio, "South Park", giunto recentemente alla quindicesima stagione, rimane a pieno diritto una serie di culto con milioni di spettatori. Ma a cosa deve tutto questo successo un cartone animato realizzato con una tecnica tanto semplice e con disegni che nelle prime stagioni erano tutt'altro che accattivanti? South park, oltre a essere geniale e fuori da ogni canone, ha sempre mantenuto un pregio fondamentale che non è mai venuto a mancare in quasi tre lustri di messa in onda (spesso osteggiata dalla censura): una spregiudicatezza e un'irriverenza mai viste. In oltre quattordici stagioni Stone e Parker non hanno mai risparmiato nessuno e hanno affrontato più di una causa in tribunale per difendere il loro diritto di parola, sfondando spesso e volentieri la barriera della decenza e sconfinando nella diffamazione, sempre sopra le righe e mai una volta attratti dalla possibilità di vendere le loro idee al miglior offerente per fini di lucro: in South Park i due giovani creatori hanno sempre potuto fare quello che volevano. Certamente non è un prodotto di facile digestione, dal momento che bersaglia ogni istituzione e personaggio noto senza risparmiare nessuno, offende spesso in maniera ironica e tagliente ogni religione e divinità, ma è questo il suo bello: South Park è un monumento cangiante alla libertà di espressione e sembra quasi parodiarla esasperandola fino ai suoi estremi più pericolosi; senza contare che negli ultimi anni la serie ha iniziato a diventare più pregna di un forte spirito di critica alla politica e alla società americana (e non solo), sempre mantenendo però quella sua linea dura ma ironica e spesso ibridata con una passione per tutto ciò che è cinema o tv, con citazioni evidenti e stravolte che hanno a dir poco del geniale (vedere per credere la prima puntata dell'ultima stagione creata, "Human centipad"). Il meglio di sè la serie lo ha dato nel lungometraggio "South Park: Bigger, Longer and uncut" e se i titolo vi sembra già di per sè dissacrante, vi basti pensare che oltre a battute sugli ebrei e una terza guerra mondiale che implica soprattutto U.S.A. e Canada, si può assistere ad una relazione omosessuale tra Satana (presentato come fragile e sensibile) e Saddam Hussein. La cura maggiore dello staff della serie è riservata alla trama di ogni episodio e alla caratterizzazione dei personaggi che cambiano in continuazione, alcuni apparentemente, altri totalmente, per non parlare del character di Eric Cartman, che a mio parere incarna un discorso sul male puro molto ben analizzato: ed è da questo che sono nate quattordici anni fa le prime polemiche. Non è tanto l'irriverenza a far discutere, piuttosto fece e continua a far scalpore l'origine di tale irriverenza: i protagonisti sono dei semplici bambini di otto anni alle prese con situazioni assurde e spesso compiono azioni terribili, in poche parole South Park è diseducativo. Senz'altro, se proposto a un pubblico di bambini (ma SP è manifestamente un Adult Cartoon come Family Guy, Happy Tree Friends e il pregevolissimo Duckman made in Csupo), ma piace agli adulti perchè ha il potere di risvegliare le coscienze e di far sbellicare dalle risate nel frattempo. Parker e Stone in sostanza afferrano da quattordici anni la realtà, la manipolano e la ridicolizzano, spesso senza risparmiare nemmeno loro stessi e la serie che hanno creato, mostrandosi capaci di una rara autoironia e non abbattendosi nemmeno dopo le frequenti cancellazioni temporanee, le cause legali e l'abbandono del doppiatore Isaac Hayes, il cantante soul, storica voce di Chef e che con la sua grave diserzione li costrinse cinque anni fa ad eliminare il personaggio dalla serie dopo una disputa accesa riguardante l'eccessiva offesa mossa al cattolicesimo e a Scientology. E' interessante poi notare come dopo tutto questo tempo la serie si sia evoluta sia nell'aspetto, abbandonando la realizzazione in stop motion ottenuta con il ritaglio nella carta dei personaggi sistemati su uno sfondo disegnato in favore di una più fluida realizzazione al computer che mantiene però lo stile delle prime stagioni, ma non solo: è palpabile l'evoluzione della trama, cresciuta anche grazie all'inserimento di personaggi sempre nuovi e assurdi, come Butters, che è diventato il beniamino di gran parte del pubblico, per non parlare dei personaggi fissi, in costante cambiamento. Detto questo, South park è sicuramente una delle serie animate più longeve e sorprendenti che ci siano al momento, sempre capace di stuzzicare e colpire dritto al punto. Capito?

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