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Omnibus, un unicum firmato Leo Longanesi

Creato il 23 luglio 2013 da Sulromanzo
Autore: La RedazioneMar, 23/07/2013 - 15:30

Leo Longanesi, Omnibus[Articolo di Maria Chiara Selmo pubblicato nella Webzine Sul Romanzo n. 3/2013, Le tentazioni della cultura]

«Sono stato ricevuto da Mussolini. Egli è stato gentilissimo ed io sono assai contento […] La faccenda Rizzoli è ormai alla fine: il Duce mi ha dato il consenso: ora, se non se lo mangia il ministero, potrò finalmente dirigere questo settimanale». Così Leo Longanesi si rivolge all’amico Ansaldo in una lettera datata 23 dicembre 1935: il settimanale in questione è Omnibus, il primo rotocalco italiano che raggiunge il grande pubblico.

Sono trascorsi ormai tre mesi dall’inizio delle operazioni militari in Libia e l’avventura coloniale sembra procedere bene; Mussolini è all’apice della popolarità e il sogno dell’impero contagia tutti. Longanesi non fa altro che cogliere il momento e girarlo a proprio vantaggio. Il Duce progetta un giornale illustrato, che attiri le masse, che sia, prima di tutto, un efficace strumento di propaganda; e Leo glielo fa credere.

Alla fine di gennaio del 1936 il giornalista si sente dire da Mussolini: «Ti informo che sarai direttore di ‘Omnibus’. […] Lo sarai con Monicelli». Ma di lì ad una decina di giorni una nuova convocazione: «Monicelli farà l’amministratore, a te la direzione». Ora Leo ha finalmente quello che desidera: Omnibus, il cui primo numero vedrà la luce il 3 aprile 1937.

A scoprire le sue intenzioni collabora il titolo stesso, che richiama un mezzo pubblico per il trasporto delle persone che in Francia viene chiamato Voiture omnibus, ossia “veicolo per tutti”. Il giornale di Longanesi vuole essere proprio questo, un mezzo di locomozione su cui tutti possano salire, non un prodotto destinato a un pubblico ristretto. Leo non si rivolge solamente a lettori interessati ai fatti politici, o a letterati che cerchino una recensione accurata dell’ultimo romanzo, o a signore che desiderino sfogliare un periodico femminile. Leo si prefigge il non facile compito di parlare a tutti questi in una sola rivista. Vi trovano, infatti, spazio i commenti politici, gli scritti letterari, la pagina dedicata alla moda e al costume, il cinema e ogni argomento d’attualità. L’obiettivo di raggiungere il grande pubblico attraverso un giornale popolare si realizza: il primo numero vende quarantaduemila copie, nei successivi si arriva a una tiratura di centomila copie.

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