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Omofobia: ragazzo aggredito a Torino

Creato il 16 marzo 2015 da Justnewsitpietro

Omofobia: ragazzo aggredito a Torino
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Non si fermano gli eventi omofobi in Italia. L’ultimo è stato a Torino, dove un ragazzo di ventun anni è stato aggredito da un coetaneo.

Stefano Sechi, il ragazzo aggredito, stava tornando a casa in autobus assieme a un amico. Ad un certo punto, un ragazzo gli si è avvicinato, chiedendogli “siete froci?”. Subito dopo, ha iniziato a insultare lui e l’amico, terminando poi con un pugno all’occhio. Il tutto, è avvenuto all’interno dell’autobus, nell’indifferenza totale degli altri passeggeri, i quali hanno fatto  finta di non vedere quanto accadeva a pochi metri di distanza da loro.

Andato al Pronto Soccorso, i medici hanno curato l’occhio del ragazzo aggredito, dandogli una prognosi di sette giorni. Inizialmente, non voleva assolutamente denunciare l’accaduto, ma già il giorno dopo si è recato dalla Polizia. Per mostrare quanto gli è accaduto, solamente per il suo orientamento sessuale, ha voluto pubblicare la foto del suo volto, dove l’ematoma è ben visibile. Già oggi, però, la botta è meno visibile e il peggio è passato.

L’aggressore non è ancora stato identificato, ma la Polizia farà il possibile per assicurarlo alla giustizia.

Ma perchè non ha voluto subito denunciare il fatto? E perchè invece ha poi deciso addirittura di pubblicare una foto dell’aggressione sul social network? Inizialmente, Stefano si sentiva imbarazzato di mostrare persino ai suoi genitori quanto accaduto, in quanto non aveva il coraggio di avvertire amici e parenti che era stato picchiato per l’essere gay. Poi però, spronato dai suoi genitori, ha deciso di rendere pubblica la faccenda e denunciare il fatto. Il secondo gesto lo ha fatto per far capire che in Italia l’omofobia esiste ed è una cosa seria che non si deve sottovalutare. A Stefano è stato dato un pugno, ma l’odio verso gli omosessuali si insinua in ogni persona con sfumature diverse, e può causare effetti diversi. Qualche anno fa sono stati tre i ragazzi che si sono suicidati per far terminare le continue umiliazioni che ricevevano dai compagni di scuola e dalla società.

Cosa deve accadere prima che il Governo si decida a portare in Parlamento una vera legge contro l’omofobia, in modo da punire e scoraggiare fatti del genere?

di Alessandro Bovo

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