Della cosiddetta Casta fa parte anche Rosaria Iardino, eletta nelle file del Partito Democratico. Omosessuale, militante LGBT e collaboratrice de “Il Fatto Quotidiano”, si definisce una “sopravvissuta dell’Aids” essendo sieropositiva da trent’anni. Fortunatamente, come ha spiegato, oggi le speranze di vita per i malati di HIV sono aumentate anche se in Italia, purtroppo, il 57% delle nuove diagnosi si trasmette per via omosessuale, come ha riconosciuto con titubanza anche “Repubblica” («le nuove diagnosi sono per il 43% per via eterosessuale»), mentre all’estero sono decisamente meno politicamente corretti.
Qualche mese fa scrivendo su “Il Fatto”, la Iardino si è concentrata sulle dichiarazioni di Matteo Renzi a favore delle unioni civili, spiegando ancora una volta che «l’Italia è rimasto uno dei pochi Paesi europei a non prevedere alcuna tutela per le coppie conviventi, in particolar modo per le coppie omosessuali». Argomento fin troppo abusato e poco efficace: l’Italia è stato anche uno dei pochi Paesi europei a non aver accolto l’eugenetica quando in tutta l’Europa era sinonimo di progresso ed è ancora oggi uno dei pochi Paesi europei in cui le scuole paritarie sono tanto ostacolate e non totalmente finanziate dallo Stato. Dunque? Quando è giusto e quando è sbagliato appiattire il nostro libero pensiero al fantomatico “resto d’Europa”?
La militante Lgbt ha candidamente ammesso che le unioni civili sono «sicuramente un punto di partenza, non un traguardo» verso i matrimoni omosessuali. Un trampolino di lancio, dunque, come tanti oppositori temevano. Il resto dell’articolo è tutto un ripetersi della parola “diritto”, anche se per la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo l’unico “diritto al matrimonio” è per chi rispetta la diversità sessuale: «A partire dall’età minima per contrarre matrimonio, l’uomo e la donna hanno il diritto di sposarsi e di fondare una famiglia secondo le leggi nazionali che regolano l’esercizio di tale diritto», si legge nell’articolo 12.
Ma ciò che è davvero grave è la costante invenzione di “nuovi diritti” come arma per sostenere i propri desideri: quel che si vuole diventa un diritto da acquisire. «Mi auguro, il prossimo anno, di poter festeggiare con la mia bimba il riconoscimento legale del suo diritto di avere due mamme», ha affermato la Iardino. Avere due mamme è dunque un nuovo diritto dei bambini.
La Iardino ha concluso con l’augurio «di poter esprimere con libertà il vostro sentimento, appoggiato da chi governa, nel rispetto del bene collettivo». La prendiamo sul serio sperando che nel nostro Paese non accada quel che è successo in America recentemente, dove il nuovo responsabile di Mozilla, Brendan Eich, è stato costretto a dimettersi per aver osato sostenere il matrimonio tra uomo e donna. La sedicente “esperta di diritti umani” Rosaria Iardino non ha però sentito l’urgenza di intervenire per difendere l’ennesima vittima dell’inquisizione Lgbt (come l’ha definita Andrew Sullivan, icona del movimento gay statunitense).
La redazione