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Omogenitorialità: Lettera aperta ai nostri legislatori

Creato il 28 maggio 2014 da Molipier @pier78
Omogenitorialità: Lettera aperta ai nostri legislatori

Copio e incollo (e sottoscrivo) una lettera scritta da Simone Zivillica, uno studente della Luiss, nell’ambito di un’inchiesta per l’esame di Teoria e Tecniche del Linguaggio Giornalistico per richiedere l’avvio di un dibattito sulla legislazione in materia di omogenitorialità.

 

“Cari, Onorevoli, Deputati, Senatori, Ministri, Burocrati di Partito. Caro Matteo Renzi, caro Giorgio Napolitano,

In questi giorni l’Associazione Certi Diritti sta promuovendo una petizione, con il forte appoggio del Partito Radicale, per accelerare il processo sul riconoscimento dei diritti delle coppie omosessuali, attraverso matrimonio o una qualche forma di unioni civili, strada indicata già dal 2010 con la sentenza n.138 della Corte di Cassazione. Io, come studente al terzo anno di Scienze Politiche della LUISS di Roma, non solo sottoscrivo questo appello, ma mi sento di dover fare un passo in avanti. Credo che per il pieno riconoscimento dei più fondamentali diritti alle persone che si riconoscono in una delle definizioni LGBTI, sia fondamentale garantire loro la possibilità di coltivare il desiderio genitoriale, insito nella natura umana di tutti. Questo mio convincimento ci ha portato a voler realizzare un’inchiesta con l’intento di informarci, informare i cittadini italiani e soprattutto informare voi legislatori dello stato dell’arte di una realtà ormai completamente mutata rispetto ai paradigmi che voi, come classe politica, rappresentate. Parte da qui la volontà di porre sotto i veri riflettori la questione dei diritti civili alle coppie omosessuali e dei loro figli. Volontà che esprimo con questa lettera, il cui intento è proprio quello di stimolare una legiferazione seria, e quindi ci aspettiamo una risposta in merito.

Riconoscere il desiderio di genitorialità alle coppie omosessuali è prendere atto di una situazione di fatto che vede almeno 100.000 bambini crescere sani in famiglie omogenitoriali, senza alcun diritto e senza alcun dovere che gravi sul genitore non biologico. L’omosessualità non è più una malattia mentale dal 1974, quando venne rimossa dal Manuale Diagnostico e Statistico delle Malattie Mentali. Una coppia omosessuale non può essere quindi malata più di quanto possa esserlo una eterosessuale.

L’amore è di destra o di sinistra? Fare figli è di destra o di sinistra? Gay, Lesbiche, Bisessuali, Transgender, Intersex esistono per provocazione? Una famiglia si basa sull’amore, o sull’orientamento sessuale dei genitori? Una persona, ha diritto a desiderare un figlio, una famiglia?

L’artificiale ci salva la vita, grazie all’artificiale non moriamo più per la febbre, quindi perché l’artificiale non può aiutare a creare vita, e amore? L’amore omosessuale, quello sbagliato, non merita il frutto naturale dell’amore? Non è degno di una sua creatura, forgiata di quel legame che ha stretto insieme due anime e che vuole accoglierne una terza? È chiaro che la meccanica creatrice non sta dalla parte di gay e lesbiche. Per i cuori non esiste orientamento sessuale, ma solo il desiderio di amare e la capacità di farlo.

Avere vent’anni oggi significa essere i genitori dei prossimi dieci, quindici o vent’anni. Siamo la generazione dell’alta mobilità, di quei giovani che viaggiano in giro per il mondo con poche centinaia di euro. Proprio grazie ai nostri viaggi, siamo consci di come quello che per noi è futuro lì è già arrivato. A Madrid, Parigi, Amsterdam, Berlino, Bruxelles, Londra, Toronto, Copenaghen, Helsinki, Atene, Stoccolma non c’è bisogno di immaginare un bimbo che chiami per due volte mamma, o per due volte papà, accompagnato per mano nelle vie del centro; non serve, perché già è realtà di tutti i giorni. Qui da noi, il Bel Paese ci chiamano, è già difficile vedere omosessualità, o transessualità, passeggiare normalmente per strada, senza che non sia guardata di traverso e commentata rozzamente sotto i baffi. Dobbiamo fare passi in avanti, e dobbiamo farli ora, perché le nostre verità sono le stesse di tutto il resto del mondo: sono solo sotterrate, alcune in profondità, altre così in superficie che si riesce a scorgerle, ma comunque nascoste. Non possono più esistere famiglie sbagliate e amori devianti. Non possono più esistere bambini senza diritti, e genitori senza doveri.

American Academy of Pediatrics, American Association of Child and Adolescent Psychiatry, Associazione Italiana di Psicologia, Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi Italiani. Sono solo alcune delle più prestigiose istituzioni di Psicologia che hanno dichiarato l’assenza di rischi psico-sociali per i bambini nati in nuclei famigliari omogenitoriali. Lo hanno fatto dopo attenti studi suffragati dalle più importanti riviste del settore e con l’aiuto di ricerche decennali di celebri studiosi, come Patterson, Prati e Pietrantoni, Gartrell, Lingiardi. Anche grazie a queste basi scientifiche Canada, Francia, Belgio, Olanda, Spagna, Danimarca, Finlandia, Grecia, Gran Bretagna, Svezia, molto paesi dell’America settentrionale e meriodionale e persino dell’Africa hanno dimenticato la predisposizione ideologica che li aveva frenati fino al giorno prima, e hanno riconosciuto nero su bianco, con Legge dello Stato, di servirsi della fecondazione assistita.

L’Italia pensa ad altro.

La fecondazione assistita è consentita alle coppie eterosessuali, se pur con limitazioni non indifferenti e costi spesso non sostenibili. La possibilità di usufruire dello stesso strumento per le coppie omosessuali esiste solo al di là delle cuciture dello stivale, con costi ancor maggiori ovviamente: i bambini creati “artificialmente” in Olanda, Francia, Spagna ecc. però, nasceranno e soprattutto cresceranno, in Italia. Qui non saranno riconosciuti come figli di due donne o due uomini, bensì come creazione del genitore biologico e.. già, chi è l’altro genitore? Non esiste. Ecco dove sta l’incoerenza, nel voler sforzarsi di creare situazioni surreali, ai limiti del paradossale, piuttosto che riconoscere il diritto a una persona, né etero né omo, di avere una famiglia e dei figli.

Nel 2014, in Italia, grande potenza dei Paesi Occidentali, tra i padri fondatori del progetto Europeo, fondato sulla garanzia dei diritti umani per tutti, non possiamo più non vergognarci, come ventenni, come futuri padri e future madri, di veder circolare anime senza riconoscimento giuridico, legale e spesso anche morale. Né predica né sermone, solo buon senso nel prendere atto della mutevolezza nella composizione della società, e dei paradigmi che hanno descritto come devono essere le nostre famiglie, i nostri desideri, le nostre aspirazioni. Proprio le nostre aspirazioni sono sempre più spesso quelle di non sentirsi imbarazzati di fronte a un mondo che corre veloce quanto noi, ma che è in grado di reggerne il ritmo senza doversi fermare a riflettere sul perché sia giusto correre in avanti, piuttosto che voltarsi e rimanere comodamente seduti in panchina.

La logica, e la scienza, vuole che l’ancestrale pulsione del divenire genitori sia ascrivibile all’umanità intera, al netto di qualsivoglia distinzione in merito al orientamento sessuale di ognuno. “

                   via|http://figlidichi.wordpress.com/2014/05/21/lettera-aperta-ai-nostri-legislatori/

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