Tuttavia gli omosessuali sostengono chiaramente di essere totalmente determinati nella loro scelta dalla genetica, prova schiacciante del fatto che il loro non è un orientamento sessuale patologico. Oltre al fatto che il tentativo lascia il tempo che trova, dato che anche se si scoprisse il fatidico “gene gay”, i sostenitori della “malattia omosessuale” potrebbero sempre affermare che, alla pari delle altre malattie genetiche, anche l’omosessualità è un difetto genetico da prevenire/correggere scientificamente, l’opinione dell’omosessuale deve soventemente scontrarsi con quella dell‘ex-omosessuale. Quest’ultimo infatti sostiene, con la sua stessa vita e il suo cambiamento, che la sua posizione non era affatto determinata da fattori genetici/biologici, tant’è che ha potuto ravvedersi. Solitamente in questi casi gli omosessuali rispondono distribuendo accuse di “omofobia” a caso, negando il fatto che l’ex omosessuale sia stato veramente omosessuale oppure non negando che sia realmente diventato eterosessuale. In Italia l’ex omosessuale più conosciuto è senz’altro Luca di Tolve, complice anche la canzone “Luca era gay” cantata da Povia a Sanremo (anche se non si è mai capito se fosse rivolta a lui).
Del suo percorso, della sua infanzia tormentata, del suo successo nel mondo gay, dei suoi rapporti omosessuali, della profonda infelicità di questa cultura, della scoperta dello psicologo Nicolosi, del cambiamento sessuale, dell’innamoramento, del matrimonio con Teresa, del linciaggio mediatico da parte di Arcigay e dell’avvio dell’Associazione Lot (www.gruppolot.it) con altri ex-omosessuali, Luca ne parla in questo video (presente anche sua moglie).